Vel

Vel

2014 (Bloody Sound Fucktory)
hardcore-punk, post-hardcore, avant-rock

Fondati nel 1999 in quel di Jesi, i Vel (Francesco Villotta, voce e chitarra, Alessio Compagnucci, basso, Edoardo Occhipinti, batteria) rappresentano la prima avvisaglia della scena anconetana che furoreggerà a partire dalla seconda metà dei 2000 (Gerda, Dadamatto, Guinea Pig, Butcher Mind Collapse etc), un po’ la stessa funzione assolta dagli Squirrel Bait per la scena del Kentucky di fine anni 80. L’omonimo “Vel” è un box di tre Cd-r che ne raccoglie l’intero opus.

I primi anni del complesso sono all’insegna di registrazioni amatoriali do-it-yourself la cui qualità infima affossa le buone intenzioni, come i tremori post-hardcore alla Fugazi della sezione ritmica nel primo demo “Deficiente/Zoppo”, il rasoio atonale della chitarra nel primo album ufficioso “Cardioidi con pile”, la trance inebetita con scosse di funky cacofonico nella maggiore “Oh Mamymore” e la parte finale “Testimonio”, un bailamme scriteriato (dopo molti minuti sprecati in noise-rock dozzinale), entrambe raccolte in “Violenzo Palkieri”.

Con l’aiuto di Fabio Magistrali la band seleziona parte di queste composizioni per farne un disco vero e proprio, che però per dissapori interni al complesso non vedrà mai la luce e sarà edito postumo nelle “Magister Sessions” (2003). Ne emerge una copia dei One Dimensional Man con un eccessivo scollamento tra le sceneggiate talvolta tossiche di Villotta (“M.o.a.n”) e la poca fantasia dell’arrangiamento. A parte il live “Testa di figa” (2002), buono solo per biografi e filologi della band, la loro avventura si chiude qui.

Quasi una decade dopo la band si ricostituisce e realizza il suo vero debutto, “Mr. Trampoline” (2012), forte - a sorpresa - di un’attitudine ben più matura e introspettiva di quanto l’ha preceduto.
Alcune tracce (“Walk In The Sun = Hell”, “Pianale Van Gogh”) sono vicine alla psichedelia orientata al raga, altre acquisiscono dosi di elettronica, tifoni di feedback e urla Cobain-iane (“Spain”), e altre ancora si rifanno a uno sgraziato anti-blues alla John Lee Hooker (“Over The Mirror”). I brani in generale sono anche più lunghi e spesso solo strumentali (i dieci minuti di “Ghost River Dies”). Il lento passo Neil Young-iano alla “Harvest” di “Run Hawaii” finisce per essere una semplice base per le divagazioni acide della sola chitarra, reminiscente dell’"End Of The Game" di Peter Green, con la voce che si danna in disparte.
Ma proprio quando sembra aver finalmente trovato la sua vera caratura artistica, la band si scioglie in via definitiva.

Va da sé, il cofanetto vale solo per il terzo cd - pur sempre penalizzato dalla zavorra dell'amatorialità - potenzialmente il più rivoluzionario, influenzato da quegli stessi act (specie i Gerda) che all’inizio proprio la band aveva contribuito a formare, ma per ironia della sorte quello più dimenticato. I primi due cd sono pura operazione nostalgia. Pubblicato per il decennale di Bloody Sound Fucktory, limitato a cento copie.

09/07/2014

Tracklist

Cd1 1999-2003 Da zero a niente

 

  1. Deficiente
  2. Zoppo
  3. Figlia
  4. Buco
  5. Sottana
  6. Capestro
  7. Eten
  8. Jackob testa di figa
  9. Spugna
  10. Chip
  11. Estivo
  12. Nonome
  13. Oh Mamymore
  14. Testimonio
  15. 5° incomodo
  16. Buco
  17. Estivo
  18. M.o.a.n.
  19. Dipinto
  20. Chip

 

Cd2 Live Testa di figa

 

  1. Impro
  2. Capestro
  3. Figlia
  4. Chip
  5. Oh Mamymore
  6. Jackob testa di figa
  7. Spugna
  8. 5° incomodo
  9. Testimonio
  10. Sottana
  11. Estivo Buco

 

Cd3 Mr Trampoline

 

  1. Walk In The Sun = Hell
  2. Spain
  3. Over The Mirror
  4. Silent Box
  5. Pianale Van Gogh
  6. Run Hawaii
  7. Jason si è sparato
  8. Ghost River Dies

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