Oggi che i dischi non si vendono più, tanti musicisti devono reinventarsi in ogni modo possibile; Young & Sick è un
art project a tutto tondo, l'ibrida creatura dietro la quale si nasconde Nick Van Hofwegen, olandese trapiantato a Los Angeles che si occupa di creare copertine per album (dai Maroon 5 a Robin Thicke), locandine per festival e via discorrendo. Le associazioni con l'altro talento grafico/musicale londinese
Yo'True si sprecano.
Dopo averne disegnato dei volantini, Nick si è recentemente esibito al celebre festival americano SXSW, destando un po' di sano chiacchiericcio: scalzo e ballonzolante, capello selvaggio e falsetto efebico che a momenti sembrava di vedere
Mick Hucknall alle prese con una canzone di
Prince, ha dato uno show bislacco quanto basta per attirare l'attenzione sul suo Lp, che giunge a seguito di qualche brano sparso in rete sin dall'anno scorso (ma l'unico sin'ora corredato di video, "
Continuum", non è stato incluso).
Autore e polistrumentista capace di prodursi interamente da solo (eccezion fatta per le parti di tromba suonate da un amico), Young & Sick si rifà a una formula estremamente contemporanea: electro-r&b e synth-soul candeggiato alla
How To Dress Well, con un tocco del primo
The Weeknd, sbiaditi contorni
chillwave e un cantato in falsetto che ricorda in più di un'occasione
Milosh dei
Rhye.
Quel che manca è forse un po' di tensione emotiva che riesca a sollevare l'album verso vette più memorabili. Le dieci canzoni in scaletta si susseguono con piacere - dallo
stop-and-go dell'iniziale "Mangrove" passando per le terse atmosfere di "Feel Pain" (che si rilassa in un paio di estatici intermezzi corali), e qualche perlina pop come "Ghost Of A Chance" - ma nel complesso non ci sono sussulti in grado di lasciare il segno sulla lunga distanza.
Parte del problema sta nel fatto che "Young & Sick" non vari troppo negli arrangiamenti - basti pensare a un altro "operatore solitario" come
Gotye che riesce a dare l'illusione di avere un'orchestra alle sue spalle - ma è comunque un album sfizioso, a tratti ostentatamente lascivo, tinteggiato da vacui tepori erotici e allo stesso tempo pregno di una psicanalisi nei testi tutta losangelina, il degno prodotto della controcultura al sogno hollywoodiano - tra bollicine e piscinette gonfiabili, Nick se ne esce anche con un:
I am so damn happySomething must be very wrong
Comunque sia, con la calda stagione ormai alle porte, le atmosfere di questo disco sono più azzeccate che mai. Birra gelata, occhiali da sole e magliettine sbiadite da uno scatto finto-vintage su Instagram, l'estate 2014 passa anche da "Young & Sick" e dargli un ascolto ogni tanto sarà sempre un piacere.
09/04/2014