Alessio Calivi

Sirene, vetri, urla e paperelle

2015 (ManitaLab)
alt-rock
6.5

Di origini calabresi, il cantautore e multistrumentista Alessio Calivi debutta con “Forme e stati” (2010), già forte dei 6 Marlene Kuntz-iani minuti di “Ho scoperto una strada deserta”, e di altre canzoni lunghe e tormentate, come pure della nevrosi sussurrata di “THC”.
Dopo qualche esperienza come produttore, Calivi forgia il suo acuto artistico, “Sirene, vetri urla e paperelle”, grazie ad accresciute competenze tecniche e poetiche.

Piccole ma efficaci innovazioni sono disseminate un po’ ovunque. I 7 minuti di “Jorge & Sheis” sono in buona sostanza un canto di un depresso menestrello medievale in una landa di filamenti gelidi che si arroventa poi in una canzone dall’andazzo progressivo. La serafica schizofrenia di “Palpitazione isterica”, strappi furibondi che lacerano una calma quasi tibetana, ricorda certuni deliri dei primi Cccp.

Un paio di cadaverici reading, per fortuna non troppo ampi, supportati da adagi per chitarra e synth (notevole quello a mo’ di oboe in “Bucolico post-industriale”) trovano poi un distruttivo esito nella title track di 9 minuti, un concertino noise-rock per muri di accordi granitici e plumbei, e nondimeno sempre vari per tonalità e colore, che collassa in una flebile cadenza per chitarra, tastiera e i bisbigli distanti e senza voce del leader: la sua idea di agonia e morte. Coerentemente, la finale “Parctum” insuffla una soundscape di nebbie elettroniche.

Fa invidia ai Massimo Volume più fondamentalisti quest’album cupo di una cupezza persino imbarazzante. Quando rialza la testa, è per disperazione. O autoironia; il ritornello pop - quando c’è - lo fa strano: in “Berlino” è strumentale, ridotto a lampi elettronici, in “Tutto bene?” è impiantato in un tempo cervelloticamente irregolare e poco cantabile. Singolo e video invece sono della più banalotta, “Storia stonata”. Rinforzato dalla seconda chitarra di Davide Furfaro, la sezione ritmica di Salvatore Crucitta, basso, e Pasquale Rao, batteria, e il synth subliminale di Giuseppe Tigani nella traccia eponima. Dedicato a Giorgio Marinoni, acquarellista di Biella.

29/04/2015

Tracklist

  1. Berlino
  2. Jorge & Sheis
  3. Palpitazione isterica
  4. Storia stonata
  5. Bucolico post-industriale
  6. Tutto bene?
  7. Per le tue mani
  8. Sirene, vetri urla e paperelle
  9. Parctum

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