Il nome Autobahn tradisce sottili velleità kraut-rock, ma in verità “Dissemble” è puro nichilismo post-punk, un anfratto doloroso che rievoca l’inconsapevole autodistruttività di Ian Curtis, o le oscure e lugubri involuzioni dei Sister Of Mercy e dei Mission, e non è un caso che la band venga da Leeds, luogo di nascita delle ultime due band citate.
Svelate le origini geografiche, diventa più facile definire la loro musica: le chitarre suonano sferzanti, ripetitive, il ritmo è ossessivo, la voce cavernosa alterna fuoco e fiamme, inseguendo evoluzioni cicliche quasi impercettibili.
“Dissemble” è un album ricco di oscurità e rabbia, ma anche di poesia, spesso dolorosa, ma comunque poesia, costruita su scampoli di noise-rock che s’infiltrano negli incubi più remoti, in cerca di ninnananne per una moderna celebrazione poetica del caos o meglio del post-caos.
Post-punk dissonante, ma non troppo, anche se gli Autobahn non tentano di spacciare musica pop per qualcos’altro, titoli come “Beautiful Place To Die”, “Suicide Saturday“ o “Deprivation” non lasciano molto spazio alla speranza, mentre le granitiche “Impressionist“ e “Immaterial Man” rispolverano le prime istanze dei Joy Division con convinzione e onesta intellettuale.
E’ probabile che molti leggeranno nella musica degli Autobahn pulsioni simili a band contemporanee come Editors o Eagulls, soprattutto quando la melodica disarmonia di “Beautiful Place To Die” e “Dissemble” prende le redini del sound.
Delle leggere cadute di tono (“Society”) e qualche inevitabile ripetitività (“Passion”) non inficiano il risultato finale di “Dissemble”, che offre più di un motivo per far sperare in future evoluzioni, anche se il post-punk offre poco spazio a digressioni stilistiche, chiuso com'è nella sue ossessive reiterazioni.
Un esordio promettente per gli Autobahn. Forse non troppo originale, ma quando i ragazzi di Leeds saranno capaci di lasciarsi dietro alcuni ingombranti fantasmi del passato, tenete pronti gli estintori, o le fiamme vi avvolgeranno senza tregua.
29/01/2016