Brandon Flowers

The Desired Effect

2015 (Virgin - Emi)
synth-pop arena

La notizia del 2015 è che, finalmente, quel gran ruffiano di Brandon Flowers è riuscito a incidere un buon disco.
D’accordo, già vi vedo, voi secchioni del primo banco che storcete il naso picchiettando nervosamente le dita, mormorandovi all’orecchio frasette di scherno. Confesso che, fino a oggi, o meglio prima di ascoltare “The Desired Effect" (a proposito, mai titolo fu più rivelatore), anch’io stavo dalla vostra parte, e archiviavo la quasi totalità del materiale licenziato a nome Killers e dintorni, nel folto catalogo della prosopopea musicale 2.0.

Se ora qualcuno dal secondo album del frontman di una della poche band “alternative” che vende ancora dischi, si aspettasse una brusca svolta stilistica, sappia che non la troverà, o almeno non così brusca. E allora, in cosa consiterebbero i reali cambiamenti? Se la freschezza prende il posto della seriosità, se l’impantanarsi in epici cliché diventa autoironica leggerezza e se una sterile riproposizione di una formula apprezzata dal pubblico viene illuminata da un tocco di ispirazione, ecco che non occorre una rivoluzione, né un miracolo per trasformare il tedio a cui eravamo assuefatti, in una delle uscite più soleggiate della prossima stagione estiva.

Naturalmente il nostro Brandon sopra le righe lo era, e sopra le righe resta, e per ascoltarlo dovrete entrare nell'ordine d'idee di munirvi di sciarpa da ultrà e trombetta squillante, e accomodarvi infine nella curva di uno stadio a vostra scelta subissati da fumogeni e “oh oh ohh”. Dopodiché potrebbe risultarvi anche più tamarro del solito (anzi no, e la visione della copertina di “Battle Born”, nonché i suoi contenuti, sono lì a smentirmi), ma portatore di un messaggio finalmente privo di seriosità, tale da facilitarvi nell'accettare l’invito che sembra uscire della sua ugola acuminata: “Ok, stavolta pensate solo a divertivi, al resto ci penso io”.

Prodotto dal contesissimo Ariel Rechtshaid (fra Vampire Weekend e Madonna, in mezzo c’è un oceano di musicisti, incluso il nostro autore di un disco del mese Tobias Jesso Jr.) e timbrato al mixing dal fido ed esperto Alan Moulder (già, fra gli altri, con The Jesus and Mary Chain, Ride, Nine Inch Nails e White Lies, e comunque già presente nei primi due album dei Killers), “The Desired Effect” rappresenta il felice incontro fra il synth pop più colorato che sbarcò in America negli anni 80, e quella rock arena che, in quegli stessi anni, negli Stati Uniti era già di casa.

Ascoltare il disco di Brandon Flowers è come accendere Videomusic in una notte d'estate dell''83, o dell''84, e muoversi fra le piramidi di “Don't Cry” degli Asia, col faccione di John Wetton in bella vista, o sulla spiaggia di Elton John, vestito extralusso e contornato da stuoli di ballerini kitsch, mentre declama “I'm Still Standing”, oppure trovarsi fra i deserti a stelle e strisce in compagnia dell'Ufo cowboy Tom Petty di “You Got Lucky”. E poi fra gli immancabili lentacci degli Styx che planavano con nonchalanche sulla zazzera ossigenata di Howard Jones, o sugli abiti a schermo cinematografico di Nik Kershaw: tendenze diverse, eppure assimilabili sotto l’unica voce di un elettrico anthem pop. Ma vuol dire anche, e soprattutto, vedere Brandon nell’atto di prendere al volo il treno che fende la periferia inglese di “Smalltown Boy” per sedersi accanto a Jimmy Somerville, e confezionare sul quel motivo cardine della videoclip generation la sua “I Can Change” ”nuova” di zecca, che ruba persino un cameo a Neil Tennant quasi chiudendo il cerchio aperto con “Where The Streets Have No Name (Can’t Take My Eyes Off You)”.

Parafrasando proprio i Pet Shop Boys, il secchione del primo banco potrà arrivare a chiedersi cosa può aver fatto per meritarsi tutto questo: spiacenti, la scuola è finita e noi ce ne andiamo al mare. Naturalmente in compagnia di Brandon.

06/06/2015

Tracklist

  1. Dreams Come True 
  2. Can’t Deny My Love 
  3. I Can Change 
  4. Still Want You 
  5. Between Me And You 
  6. Lonely Town 
  7. Digging Up The Heart 
  8. Never Get You Right 
  9. Untangled Love 
  10. The Way It’s Always Been

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