Cio DŽOr

All In All

2015 (Semantica)
minimal-techno, dark-ambient

Sei anni dopo “Die Faser”, disco che nella propria compattezza e nella propria ricerca sonora si poneva tra i più raffinati e solidi lavori techno del periodo, è finalmente giunto il momento per la producer tedesca Cio Dorbandt (meglio conosciuta al pubblico come Cio D'Or) di donare a quell'album il suo atteso seguito, in un clima sensibilmente diverso, sia per la scena internazionale che per la musicista stessa. Ritiratasi nella natia Colonia per trovare fresca ispirazione, e con giusto un paio di dieci pollici a spezzare l'attesa nell'arco di questi sei lunghi anni, la Nostra (che sa far valere il proprio talento anche nei panni di eccellente dj) rientra in pista con “All In All”, lavoro ambizioso e complesso, ricco di sorprese ma perfettamente inseribile nel corpus di una carriera parca di uscite sostanziose nel minutaggio, ma non meno eccitante nei risvolti e nei risultati. In tal senso, questa nuova fatica, tra tentennamenti e una marcata attitudine sperimentale, non fa altro che porre la sua firmataria tra le più audaci personalità techno in circolazione.

Suddiviso in tre lunghi capitoli tematici (ciascuno composto da quattro brani), e con un cd bonus in arrivo che recupera alcuni dei brani qui proposti intensificandone il portato ambientale, l'ultimo disco lungo della Dorbandt, al netto della mancata unitarietà (comunque inevitabile, vista l'impostazione adottata) reca sempre forti i segni distintivi dell'operato dell'autrice. Intatta rimane infatti una generale attenzione al minimalismo dei tracciati compositivi, così come la predilezione per pattern ritmici a stretto contatto con il drone e la dub-techno, anche quando le rifiniture e i molteplici espedienti espressivi puntano verso altre direzioni. Specialmente il primo dei tre movimenti (e forse il più affascinante), “After And Before”, investiga con la dovuta dovizia di mezzi tale assunto.
Con fondamenta strutturali ben definite, riconoscibili sin dall'avvio della traccia, ma con bordate strumentali che ne annullano (perlomeno parzialmente) la staticità svelandosi senza alcuna fretta, i brani del modulo illustrano le molteplici possibilità di combinazione e ibridazione dell'impianto dub-drone di base, tingendosi di cromie volta volta più peculiari e oscure. Dalla greve ouverture in scia dark-ambient di “After And Before” alle più imponenti impalcature sonore per beat e archi di “Tomorrow Was Yesterday” (notevole la progressione, in un crescendo impetuoso d'intensità e pathos), per finire alla cigolante architettura in chiave simil-industrial di “Now Is Ever” (interessanti le increspature di pianoforte), il quartetto d'avvio mette in mostra nel migliore dei modi la vena esplorativa della producer, che si rivela così tessitrice di atmosfere dal livello più che apprezzabile, in un funzionale e coinvolgente procedimento d'innesto.

È un po' un peccato che i successivi due set finiscano insomma per scontare il raffronto con la ricchezza (e la bontà) della quadrilogia d'apertura, nonostante un tasso di sperimentazione capace di esprimersi con maggiore sottigliezza e finezza d'intenti. Il secondo dei tre in particolare, “Floor X”, in cui la Dorbandt tenta di fornire la propria lettura della techno più acida e intransigente attraverso il suo personale metodo di micro-variazioni ritmiche e tessiturali, risulta nel complesso fin troppo stiracchiato e dispersivo, giocato su durate e estensioni che alle idee messe in campo giova davvero poco.
Non mancano gli elementi di pregio (le convulsioni di basso tra i loop scattanti di “XLIV (For Mike)”, le scintille sintetiche di cui è costellata “XI”), ma nella quasi totale assenza di evoluzione nelle tracce alla fine si tratta di accorgimenti di scarso rilievo, dettagli che poco apportano nell'economia complessiva del disegno compositivo.
Meglio fa invece “Yocta To Yotta”, l'ultimo pacchetto di brani, dove l'impasto minimale degli orditi rifugge con grinta ogni possibile connessione al mondo del club, per riportare la propria indagine in una dimensione più aperta e libera. La scelta di avvalersi di intelligenti campionamenti strumentali di provenienza orientale risulta quindi vincente su tutta la linea, non soltanto nell'ottica, un po' fine a se stessa, della ricerca timbrica, ma anche e soprattutto in vista di ulteriori sincretismi culturali con cui irrorare di nuova linfa una cifra stilistica in continuo mutamento. Se le inflessioni ambient della lunga “Yocta”, con i tocchi ponentini ad affiorare quasi all'improvviso, possono rivelare qualcosa, è che se questa strada verrà infine percorsa, consentirà la visione di scorci come minimo inusuali.

Non sono tutte rose e fiori, in definitiva, in questo “All In All”. Ciò nonostante, che non si colga in quest'ultima realizzazione della Dorbandt segni di un eventuale principio di declino artistico: quel che serve è una maggiore messa a fuoco, una più attenta calibrazione di un'insaziabile sete di conoscenza e approfondimento. Non sarà poi difficile apprezzare (magari a più stretto giro) un nuovo centro pieno da parte dell'indomita producer tedesca.

19/08/2015

Tracklist

  1. After And Before
  2. Tomorrow Was Yesterday
  3. Now And Then
  4. Now Is Ever
  5. XXXIII
  6. XI
  7. XLIV (For Mike)
  8. XXII
  9. Hecto
  10. Yotta
  11. Yocta
  12. Zepto

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