La label statunitense è sempre fedele a sé stessa: dai solchi delle sue produzioni, Malignant Records non lascia mai fuoriuscire nulla che non sia fobico, patologico, dronico. Così in tanti progetti prodotti, così è nell’ultimo album in quattro lunghe tracce firmate Climax Denial, insetto notturno dell’ambient in loop con all’attivo svariati album pubblicati per svariate etichette. Decorso classico nell’ambient-world più tetro e ritualistico.
Uscito negli ultimi strascichi temporali del 2015, “Dehumanizing Environment” tenta la cattura di pubblici del Belpaese affezionati al genere o solamente incuriositi dalla punta di un profondo iceberg come Sunn O))).
Loop devastanti, contorsioni di glitch, ritorsioni acustiche e sequenziali ripetute sino all’ossessione, al collasso timpanico: le quattro tracce richiedono un buon amplificatore e volume alto per cogliere ogni singolo screzio, riverbero, ogni minima incursione di macchine nell’etere, nel cervello.
Così è subito “The Womb As A Vestibule”, mentre “Fingering Dead Ashes As Evidence” promette un’elettronica meno power e più sci-fi. "Environments For Paranoid Necrotic Masturbation” scende sino alle sfaccettature più bieche della sessualità malata, sound da maschera antigas e latex attillato su corpi sofferenti, distorsioni sociali e narcolessi devianti dell’io erotico.
Questo è Climax Denial, la musica che idealizza i soundscape visionari e post-industriali del cinema horror di "Saw" o delle forme d’arte in cui la decadenza morale e concettuale si esaltano putride e fobiche.
Suoni da cui non si scappa, gabbie di note sintetiche e logorroiche, perdizioni in cui angeli e demoni hanno lo stesso viso ma non sorriso. Musica per volti senza espressione, ricoperti dalla maschera del tempo e della morte.
(07/01/2017)