Coffeeshower

Houses

2015 (Ammonia Records)
emo, melodic-hardcore, punk-rock

Il limite di rigenerazione di una storica formazione che suona dal lontano 1999 una miscela di punk vecchia scuola e melodic-hardcore è quasi fatalmente ridotto ai minimi termini. Il genere stesso nel quale vanno a inserirsi, così come la scena, se di scena ancora possiamo parlare, dentro la quale sguazzano non sono inclini e ben disposti a variazioni sul tema troppo marcate, col rischio di ritrovarsi con un piede in due scarpe, per chi voglia staccarsi dai cliché imposti dalle proprie origini fatte di The Undertones, Descendents e Bad Religion nel tentativo di ampliare la propria proposta così come il proprio pubblico, se non necessariamente nel numero, quantomeno nella tipologia.
Scegliere una strada pop-rock (in senso tutt'altro che dispregiativo), oltre che pericoloso per chi suona punk, potrebbe non bastare a rivelarsi nuovi e innovativi e, comunque, nel caso degli aquilani Coffeeshower, è una via già intrapresa tempo addietro, quando tra i punti di riferimento si è andati a cercare quel pop-punk di stampo Offspring che alla fine ritroviamo anche nel nuovo “Houses”. I Coffeeshower stavano mutando forma già tempo addietro ma quasi avevano paura di ammetterlo; oggi, finalmente, un’ammissione che ha il sapore di una onestà artistica apprezzabilissima.

Fatto sta che, dopo l’uscita datata 2013 di “The Glory Years”, antologia con due inediti che raccoglie il meglio di quindici anni di Coffeeshower, la necessità di non tornare a sudare e urlare sul palco attraverso gli stessi strumenti del passato era diventata una sorta di obbligo morale per gli artisti e la loro urgenza espressiva, ma anche una specie di dovere nei confronti di un pubblico di certo affezionato e numeroso ma, nello stesso tempo, desideroso di confrontarsi con la rinnovata anima dei propri beniamini.
A togliere gli abruzzesi da queste sabbie mobili arriva il provvidenziale aiuto di Daniele “Brian” Autore, voce e chitarra dei Vanilla Sky, qui in veste di produttore. La sua band romana, a dire il vero, non ha mai troppo primeggiato per la brillantezza delle composizioni, ma il lavoro fatto sulla produzione dei Coffeshower è esattamente quello di cui gli aquilani avevano bisogno. Se il pop-punk dei Vanilla Sky riusciva a colpire sotto l’aspetto melodico dimostrando anche di possedere una buona dose di furbizia necessaria per superare i limiti imposti dal mercato (vedi la cover di “Umbrella”, brano originario di Rihanna) i Coffeeshower davano piuttosto l’impressione di voler restare fedeli a un’idea anche a costo di bloccarsi in un vicolo cieco.

Con “Houses” abbiamo davanti la migliore risposta possibile a tutti gli interrogativi nati dalle questioni sollevate in precedenza e il superamento di quella sorta di isolamento. I Coffeeshower mantengono intatto il loro stile che li pone sulla scia degli Anti-Flag (“I Feel So Liberated”, “Celebration”), con brani carichi di potenza, cori e ritornelli immediati (“Tom Sawyer”, “There’s No Redemption, Major!”) ma il suono acquista una completezza, una versatilità e una policromaticità mai ascoltata prima, tanto che, in un brano come “It’s Your Birthday”, sembra quasi di riconoscere l’irrisione del rap-rock dei più incattiviti Bloodhound Gang.
In tracklist non mancano i singoloni da radio (“Broken Pieces”) con ganci e riff immediati (“The Only Thing”) ma anche brani più duri e violenti (“Four Walls”) o virate verso il pop-punk statunitense (“A Song For David”, “Hatred”). Addirittura troviamo accenni di classico post-rock nelle due tracce che danno il titolo all’album (“Houses” e “Houses Part 2”) che si chiude con l’emo-punk intenso di “The Sentimental  Favourite”.

“Houses” è indubbiamente tra le migliori realizzazioni dei Coffeeshower, per stile, sound e produzione e, certamente, un segnale di nuova vita per una formazione che, per età e longevità, rischiava di trovarsi impantanata nella ciclica ripetizione di una formula ormai logora. Non è nell’hardcore-punk che cerchiamo il nuovo, ma la freschezza mostrata da questi quattro non più giovani aquilani è la dimostrazione che la creatività può superare anche i limiti più universalmente accettati.

04/12/2015

Tracklist

  1. Tom Sawyer
  2. It's Your Birthday
  3. Broken Pieces
  4. Four Walls
  5. The Only Thing
  6. Houses Pt.1
  7. I Feel So Liberated
  8. Celebration
  9. A Song For David
  10. Hatred
  11. There's No Redemption, Major!
  12. Houses Pt.2
  13. The Sentimental Favourite


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