Dan Mangan + Blacksmith

Club Meds

2015 (Arts & Crafts)
avant-folk-rock

Se le collaborazioni e i side project dei maggiori cantautori degli ultimi anni – uno su tutti, Justin Vernon – hanno mostrato il lato dispersivo, edulcorante di queste operazioni, spesso maschere più o meno elaborate di una più prosaica mancanza di ispirazione, non così è per il connubio sostanziale tra Dan Mangan e i Blacksmith, band polistrumentale e sperimentale di Vancouver, che in questo “Club Meds” prova a dare respiro alla carriera ancora stentata del connazionale cantautore.

Ci si intende subito col groove pregno di un’incombenza “post” di “Offred”, con i versi strascicati di Mangan che sembrano alzarsi a fatica per le scale armoniche della band, che poi tracimano nei veri “momenti” del disco, le digressioni strumentali dei Blacksmith, a cui il cantautorato di Mangan si adatta comunque con bravura.
La vena noir dei connazionali Timber Timbre si avverte in alcuni dei brani (ad esempio la title track), mentre la base ritmica, l’essenzialità carnosa degli accompagnamenti ricordano i Junip di Josè Gonzalez (“A Doll’s House/Pavlovia”).

Un disco non sempre all’altezza delle promesse, e nel complesso anche piuttosto ripetitivo nelle soluzioni, a parte in qualche azzeccato momento di respiro dalle atmosfere vagamente plumbee dei pezzi (l’accorata interpretazione di voce e archi di “XVI”, gli arrembanti Elbow di “Vessel”). Qualche dubbio rimane sulla scrittura di Mangan, sulle sue interpretazioni spesso un po’ prive di profondità e “ironia” (“Mouthpiece”), come se fosse un passo indietro rispetto alla sua band.

06/02/2015

Tracklist

  1. Offred
  2. Vessel
  3. Mouthpiece
  4. A Doll’s House / Pavlovia
  5. Kitsch
  6. XVI
  7. War Spoils
  8. Forgetery
  9. Club Meds
  10. Pretty Good Joke
  11. New Skies

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