Quinto album dei Delirium, formazione genovese che ha tenuto a battesimo Ivano Fossati, e secondo della nuova incarnazione (inaugurata da un “Live” di rodaggio, 2007), con un nuovo cambio di formazione: a fianco degli storici Ettore Vigo e Martin Grice e al nuovo bassista Fabio Chighini ci sono Alessandro Corvaglia (canto, già Maschera Di Cera), Michele Cusato (chitarra), Alfredo Vandresi (batteria).
Tecnicamente e stilisticamente, "L'era della menzogna" rafforza di quel tanto i languori del predecessore “Il nome del vento” (2009). Ma a singhiozzo. In 11 minuti di “Il castello del Mago Merlino” c’è un po’ di fibra soltanto in una breve jam per sax; altro jazz-rock, pur di grana grossa, si ode in qualche momento di “Il nodo”. “L’inganno del potere” vanta un’apertura a base di Aor, con effetti sonori e assoli (tastiere e flauto) e riff sempliciotti, così come il brano eponimo all’inizio intervalla uno sprint spumeggiante a un recitativo.
E’ tutto ciò che si può far passare, oltre a due numeri che ripiegano ancora su Fossati, una hit mancata di folk-progressivo come “Fuorilegge” (memore del periodo Pfm di De André) e uno strumentale mediterraneo come “La deriva”, di questa prova senile e autoindulgente, carica anche di coscienza civile (leggi: logorrea) e superflue basi elettroniche. Presentato dal vivo al Prog Sud di Marsiglia, preceduto dal Dvd celebrativo “Il viaggio continua” e dal nuovo live "One Night In Genoa".
22/11/2015