Felpa

Paura

2015 (Sussidiaria)
songwriter, noise-pop
6.5

L’emancipazione dagli Offlaga Disco Pax, per il chitarrista Daniele Carretti, inizia con il progetto Magpie, in coppia con Valentina Feroni, e culmina con l’ancor più personale moniker Felpa.
Il suo varo è con “Abbandono” (2013), un’opera di vagiti psych-shoegaze (la funerea, Slowdive-iana “Perdono”, lo strumentale cinematico “Solo”, gli accordi pennellati alla deriva di “Di notte”) ma appesantiti dalla classica estetica di “loser” italiano.

Il seguito “Paura” testimonia un approccio più sicuro che riporta alla classe dei Magpie. L’introduzione di “Buio” - strimpellii diafani, base elettronica di ritmi breakbeat - ne rappresenta l’impalcatura estetica, un Durutti Column appena più sprintante.
Indi dal tremolante, tossico inno “Inverno”, al salmo estatico di “Accanto a te”, le canzoni si clonano di continuo, spesso proprio con i medesimi ingredienti, il medesimo tono e la medesima cadenza (“Momenti” aggiunge appena un sottile contrappunto di piano elettrico), come in una litania che cerchi di smorzare le delusioni quotidiane. Neanche il rimbalzante ma brumoso electro-pop di “Paura mai” fa eccezione.

Sono tutte lamentazioni di media lunghezza che accatastano strati su strati di chitarra fino a sommergere un canto da cucciolo ferito, e trovano un contrito apice nell’interludio muto di “Spazio”, e una piccola messa personale nel robotico mantra di “Luce”. Lo stesso spirito, forse appena più ecclesiale, guida Carretti anche quando si accompagna solamente con il tintinnio dell’acustica in “Stanotte”, vegliato dai vocalizzi ovattati delle tastiere.

Senza bisogno di particolari artifici di produzione, se non un candore adottato sistematicamente, amalgama lo spirito di cantastorie generazionale da cameretta della schiera di Dente e Colapesce con le ambizioni armoniche psichedeliche, e al contempo sciacqua via l’olezzo di creazione casalinga.
E’ un concept alla Merritt in cui ogni canzone nel testo recita almeno una volta la “paura” che fa da titolo all’album. E’ espressa senza emozioni profonde, rimanendo ben al di qua della deriva tragica. Primo singolo: “Inverno”, il cui lato B è una cover di “Rimmel” di De Gregori, a quarant’anni dalla pubblicazione.

30/01/2015

Tracklist

  1. Buio
  2. Inverno
  3. Momenti
  4. Accanto a te
  5. Paura mai
  6. Sempre dopo
  7. Spazio
  8. Stanotte
  9. Estate
  10. Luce

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