Prosegue imperturbabile la carriera di Tony Dekker e soci: molti artisti segretamente firmerebbero per una come la loro, una traiettoria lineare senza tema di stroncature, passi falsi – l’intrinseca impossibilità di fare dischi minimamente sgradevoli.
Con la voce di Dekker e il suo repertorio di canzoni (da cui pescare e reinventare, come in “Don’t Leave Me Hanging”, arrangiata e un po’ scritta direttamente da “Let’s Change Skins”), la cosa viene facile: basta magari spostare gli equilibri verso arrangiamenti più ricchi, ed ecco che compaiono gli archi e le atmosfere “chamber” di questo “A Forest Of Arms” (“Zero In The City”, con intro alla My Latest Novel).
Ma già la ripetizione di pattern nel corso del disco all’inizio e alla fine, senza uno specifico percorso sonoro né una particolare intuizione musicale, dice parecchio della dolce medietà – impossibile dire di peggio – in cui sono rimasti ibernati, ormai da qualche tempo, i Great Lake Swimmers. A cui vanno resi tutti gli onori del caso, per essere stati un punto di riferimento per la scena folk canadese dei Barzin, dei The Weather Station, ma ora il gioco vero lo giocano altri.
16/04/2015