Una strana inquietudine mi ha assalito la prima volta che ho messo “Noir“ nel mio lettore (si scusatemi ma non riesco ad ascoltare mp3 o spotify), lo stupore e la sorpresa erano comunque legate alla difficoltà d’inserire la proposta del duo dei Heymoonshaker in una qualsiasi categoria del già affollato libro degli idiomi rock.
Andrew Balcon e David Crowe sono due performer inglesi che si sono conosciuti in Nuova Zelanda, autori di un insolito progetto di blues tribale, grezzo, provocatorio e sensuale. E’ un blues nomade, privo dell’energia on the road della sua fusione col rock e il pop, un blues stradaiolo che non profuma di revival, un blues ruvido e feroce che spesso si dimentica dei suoi canoni stilistici e rinnega il forzato machismo della sua trasfigurazione a stelle e strisce.
Il profilo artistico di Andrew Balcon è alquanto usuale: voce graffiante e tenebrosa e buon chitarrista, più articolato il ruolo di David Crowe che con la sola bocca (la tecnica human beatbox tanto familiare al jazz e all’hip-hop), offre il substrato ritmico della musica di “Noir”, una miscela che nella dimensione live è ancor più corrosiva e coinvolgente.
Il timore che “Noir” si strutturi solo sull’inconsueta idea di base è subito stemperato dall’ascolto delle undici tracce, che offrono un’ampia prospettiva sonora. Il disco, oltre a energici e grintosi esemplari di blues e beatbox, propone anche una sontuosa ballata impreziosita da una sezione d’archi (“Take The Reins”) e un soul psichedelico e sensuale (“Stoned”) che sposa i Doors a Marvin Gaye.
La ruvida e sporca “Heavy Grip”, la suggestiva “Find Myself A Home”, la lasciva “Amandine” e la più rigorosa “Wheels In Motion” sottolineano la buona padronanza dei canoni blues da parte di Andrew Balcon, che getta uno sguardo fugace al rock-blues nelle più robuste “Feel Love” e “Mf45”. David Crowe è invece l’anima soul del progetto, a lui vanno ascritte le pulsioni più funky dell’ottima “Best Of My Love” e quelle glam-disco di “Streets Of England”.
Nonostante la stravagante e frastornante ecletticità sonora, l’esordio degli Honeymoonshaker (in precedenza hanno pubblicato due Ep) è una delle delizie più prelibate e inconsuete del panorama contemporaneo. I due musicisti non hanno paura della contaminazione e della corruzione stilistica, al punto da inserire in repertorio un’intraprendente rilettura di “Coz I Luv You” degli Slade.
“Noir” è il frutto di una sinergia e di una passione a tratti contagiosa, ed è un imperdonabile errore aver finora taciuto della sua esistenza, ma in casi come questi meglio tardi che mai.
12/03/2016