Iacampo

Canzone d'autore, tradizione italiana e languori sudamericani si mescolano tra le pieghe del nuovo album di Marco Iacampo, il terzo in ordine di tempo da quando l'artista mestrino ha abbandonato la sigla Goodmorningboy e le liriche in inglese per abbracciare il cantautorato in lingua madre.
Osservato nella prospettiva più ampia di una carriera solista intrapresa all'alba del terzo millennio, “Flores” rappresenta il raggiungimento di quella essenzialità formale che va di pari passo con la riscoperta delle radici culturali e personali di Iacampo. Una ricerca che si traduce in un canzoniere che sa essere garbato ed esuberante, raffinato e popolare, introspettivo ma non autoindulgente.

In un doppio registro che procede in parallelo, Iacampo si sposta dal campo popolare (la filastrocca “Nuovissimo bestiario veneto”, la ritmata “Due due due”, entrambe in qualche modo debitrici del De André de “Il pescatore”) alla sfera privata, ed è in questo contesto che l'artista fornisce le prove migliori. Summa del lavoro (e oltre) è senza dubbio l'autoritratto “Pittore elementare”, una chitarra acustica che avvolge le percussioni e il sax in un soffuso girotondo di ricordi. La preziosa (e al contempo picaresca) parabola di “Ogni giorno ad ogni ora” ne è una versione più stilizzata ma comunque intensa. L'epopea personale di “Santa Clara” e la canzone d'amore “Biancavela”, al confronto, appaiono invece come capitoli minori.

Suoni mediterranei e tropicali si mescolano nelle pieghe del primo singolo estratto “Palafitta” e in “L'effetto che fa”: spensierata la prima, introversa e più raccolta la seconda, segnano l'approccio più propriamente pop alla canzone da parte di Iacampo. Viceversa, gli strumentali “Pescatore perfetto” e “Flores”, posizionati a metà e alla fine della scaletta, spezzano il filo di un racconto che procede per immagini – una caratteristica, questa, che il Marco Iacampo cantautore sembra aver mutuato dal Marco Iacampo pittore.

Scritto e registrato insieme a Leziero Rescigno (Amor Fou, Ermanno Giovanardi), “Flores” si staglia come il punto più alto dell'intera parabola musicale di Marco Iacampo. Rispetto a “Valetudo”, ogni brano denota più carattere e una scrittura espressiva e intensa, concorrendo a creare una trama unitaria e riconoscibile, seppur ricca di sfumature. Nel suo ambito, uno dei dischi italiani dell'anno.

20/11/2015