JD Emmanuel

Echoes From Ancient Caves (ristampa)

2015 (Black Sweat Recods)
elettronica

Pronti via, non c'è limite al senso di pace che accompagna, dal primo all'ultimo, i cinque minuti di “Sunrise On A Tibetan Hillside”, una tenue melodia attraversata dal suono dei campanacci e da un soave e mai invasivo cinguettio. Allora, vinile tra le mani (ancora un plauso alla Black Sweat Records per la cura dell'oggetto), viene da chiedere come mai un musicista come Daniel Emmanuel sia rimasto relegato al culto quando le sue composizioni, seppure minimaliste, insicure e quasi preoccupate di arrecare disturbo, sprigionano una potenza evocativa superiore alle composizioni di ben più noti e celebrati musicisti new age.

Anche se qua di new age non ve n'è nemmeno l'ombra, pur essendo i codici sonori esattamente i medesimi. E di new age non ve n'è nemmeno l'ombra perché Emmanuel sa come utilizzare quei codici senza scadere nell'ovvio. Perché Emmanuel possiede un senso del limite che si estrinseca in una musica capace di toccare le corde più intime dell'animo umano senza farsi retorica, senza giocare con i cliché, senza abusare di quegli espressionismi e di quei barocchismi che hanno letteralmente affossato un genere che nasceva con tutt'altre intenzioni.

JD Emmanuel è stato riscoperto nel periodo d'oro dell'hypnagogic pop, di cui può considerarsi senza dubbio un precursore. Anzi potremmo quasi intenderlo come un antesignano di Oneohtrix Point Never o, meglio, come un Oneohtrix Point Never ancor più minimalista e, soprattutto, pacificato. Perché questa musica non esprime inquietudini per un futuro che appare fosco e irrealizzabile, né per un presente che è diverso da come lo si poteva immaginare. Esprime “soltanto” un senso di comunione con il mondo che è puro incanto. Gran disco.

04/02/2015

Tracklist

  1. Sunrise On A Tibetan Hillside
  2. Song Of The Whale
  3. Memories Of Atlantis
  4. In Movement On The Rings Of Saturn
  5. Infinity
  6. River Movement
  7. Earth Dance
  8. Echoes From Ancient Caves