Juçara Marçal & Cadu Tenório

Anganga

2015 (Quintavant)
elettroacustica, experimental songwriting

Alla base di “Anganga”, disco che vede la collaborazione tra la cantante Juçara Marçal e il manipolatore di suoni Cadu Tenório, c'è la volontà di rivisitare alcuni canti tribali brasiliani, contrapponendo il pathos arcano di quest’ultimi (riproposti attraverso vocalizzi stratificati e alterati) a flussi sonori che assomigliano a sculture in movimento.

I primi secondi di “Ekà” fanno pensare alla registrazione in diretta di un terremoto, poi l’urlo acutissimo della Marçal rompe gli indugi e tutto diventa un baratro ribollente di pece e di scarti psichici. Il disco, ispirato anche all’opera del cantautore Dorival Caymmi, copre un raggio di influenze che vanno da Stockhausen al “nostro” Maurizio Bianchi, passando per Merzbow, e, in questo percorso di suggestioni e visioni, l’ascoltatore si ritrova a percorrere uno spazio in cui passato e presente si fondono, generando una sensazione di malinconico stupore. Non di rado, la musica si trasforma in uno scenario surreale che sembra voler riprodurre mondi industrializzati e già giunti al disfacimento, con Juçara a declinare filastrocche con un distacco carico di gioia inquieta (“Canto VI”).

La percussività di “Grande Anganga Muquixe” è straniante e dirompente, “Canto III” è un esperimento per oblique geometrie, mentre sia “Taio” che “Canto II” sono sostanzialmente delle ninnenanne trasfigurate in incubi fatti di scosse metalliche, tonfi e distruttive pennellate harsh-noise. Il legame con le radici passa, infine, anche attraverso l’omaggio al candombe, un genere musicale con cui gli schiavi neri “cantavano” la nostalgia per la Madre Africa.

27/12/2015

Tracklist

  1. Eká
  2. Canto II
  3. Grande Anganga Muquixe
  4. Canto III
  5. Canto VI
  6. Canto VII
  7. Taio
  8. Candombe - Ia Cacundê Iauê