Little Wings

Explains

2015 (Woodsist)
alt-folk

Questa volta, con questo sgranato meme bucolico in copertina, che ricorda in più di un modo il fintamente soave “Sometimes I Wish We Were An Eagle”, Kyle Field sembra scoprire la sua identità: è davvero il fratellino “spostato” di Bill Callahan, cerca di riprodurne le gesta da un punto di vista del tutto eccentrico, nascondendosi però, proprio nel suo momento di gloria, dietro a un bianco e straniato cavallo, sulla spiaggia.

La dolce colloquialità di Little Wings si fa però sempre più matura e avvolgente, trasformandosi in narrazione appassionata e nostalgica in “Hill Hidden Nog”, in suggestivo ralenti caraibico in “Old Apocalypse Style”. Una bossanova vagamente schizofrenica, con questo falsetto improvvisato, si tramuta in poetica, sommessa cacofonia orchestrale nell’“Illinoise” di “Where”.

Nonostante le radici freak, Field si lascia andare a una ballatona Young-iana come “Fat Chance”, in cui testimonia la sua maturazione artistica, che non coincide ancora però con l’appianamento sul consueto mestiere cantautorale, anzi dà un’ambientazione più coinvolgente al suo inarrestabile flusso di coscienza, abbarbicato con fragile grazia sulla propria musica, vera àncora di salvezza (“Light Brang”).
Un piccolo disco da ascoltare in segreto, un dialogo che nessuno potrà ascoltare.

08/01/2016

Tracklist

  1. By Now
  2. Light Brang
  3. Fat Chance
  4. Hill Hidden Nog
  5. Old Apocalypse Style
  6. A Blade Of Grass
  7. A Sky
  8. Around This World
  9. Holllowed Log
  10. This Evening
  11. Where

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