Monty Adkins

Unfurling Streams

2015 (Cronica)
ambient
4.5

Monty Adkins ritorna all’isolazionismo descrittivista suo tipico, già esposto peraltro in “Five Panels” (2009), con “Unfurling Streams”. La verità, però, è che il di poco precedente “Borderlands”, ampia sonata per cello riprocessato e piccolo monolite di timide e inconcludenti pieghe elettroacustiche, appare come un capolavoro di ambizione e poesia in confronto a queste più stringate, gelide lapidi.

Il sonnambulismo di “ufs_1” e “ufs_6” è continuamente decorato di eleganti effetti acusmatici notturni. A lungo andare, però, la mancanza di calore ed empatia si ritorce contro questi placidi abbozzi di risonanze e impercettibili basi glitch-dub (“ufs_3”). La prima parte di “ufs_5”, basata su fitte d’organo distorto reminiscenti della “Lisbon” di Keith Fullerton Whitman, è l’unico momento appena più avvincente.

Di fatto una collaborazione con il percussionista classico svedese Jonny Axelsson, concepito sulla base di alcuni scatti di Stephen Harvey (esiste un edizione limitata in cofanetto che li raccoglie assieme al cd), ispirato da un verso di Edward Estlin Cummings. Un pratico esercizio didascalico che serve evidentemente come fulcro creativo per gli autori: non ha spinta per giungere alle rive dell’ascoltatore. Ancor meno vita nelle tracce brevi.

17/04/2015

Tracklist

  1. ufs_1
  2. ufs_2
  3. ufs_3
  4. ufs_4
  5. ufs_5
  6. ufs_6

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