Il mare come punto di partenza per smettere di cercare sicurezze e, invece, cominciare a cercare e basta. Accettare di trovare, qualunque cosa sia.
Ecco, è questo ciò che ha guidato nel debutto in forma di Lp i Quai Du Noise, duo elettronico bolognese che già a partire dal nome rivela una certa connessione con l'elemento acqua ("quai" in francese vuol dire tra le altre cose molo, banchina).
La coppia si è munita di ecoscandaglio e ha setacciato i fondali delle proprie esperienze, lasciando che il ritorno di segnale disegnasse poco alla volta la struttura di "Echo Sounder". Un'opera di cartografia emozionale coadiuvata da spunti letterari di autori che con la sete di scoperta hanno costruito una carriera (London, Shackleton, Conrad, Stevenson).
È proprio nell'abbandonarsi alla sensazioni che "Echo Sounder" traccia quindi una prima ideale linea di demarcazione rispetto all'Ep di esordio "Death Report", i cui riferimenti pescavano da tutt'altra parte (la morte di alcuni personaggi celebri, deceduti in circostanze bizzarre).
Laddove il precedente dichiarava un
concept forte (anche se ancora poco definito sul piano sonoro), il nuovo materiale cerca di sbarazzarsi della necessità di seguire fedelmente un'impostazione e ci accompagna nel vasto blu dell'oceano, con il vento a dettare il ritmo fin dalle due tracce iniziali "Bora" e "Wandering Gliders", stilosamente in equilibrio tra elettronica alla
Mount Kimbie e cadenze in salsa
Moderat.
Con la successiva "Mainland" scendiamo invece nelle profondità di un mondo dove
Mogwai e
Massive Attack si tengono per mano, regalando una sensazione di benessere che torna anche in "Monad", le cui linee minimali di chitarra veleggiano in sospensione su una struttura di synth delicatamente techno.
I Quai Du Noise mettono in mostra una evidente capacità nel dare corpo all'idea di traversata, mantenendo agevolmente la rotta del senso della misura anche nelle parti vocali (facendo per questo tornare in mente
Moby e, di conseguenza, anche il suo prozio Herman Melville, autore del racconto di mare per eccellenza).
"Luff" segna con successo la virata più decisa verso lidi ambient techno, mentre su "Polena" il
featuring del giovane
producer calabrese Frank Brait, (
aka Frnkbrt) riporta il
mood verso sonorità berlinesi (con una spruzzata di
Boards of Canada), chiudendo quello che può essere considerato a tutti gli effetti un esperimento riuscito per Pale Ciciriello e Matteo Russo.
"Echo Sounder" suona fresco e rispettoso del passato, lascia il tempo di emozionarsi e un segno sulla carta nautica dell'attuale panorama elettronico italiano, dove i Quai Du Noise avranno ancora ottime possibilità di navigare.