Richard Garet

Meta

2015 (Line)
electroacoustic, non-music

Già a partire dal titolo di questo suo nuovo lavoro, Richard Garet pare voler esporre ed esplicitare l'“ambito” d'indagine che esso affronta. All'espressione meta è facile associare una varietà di suffissi, ciascuno a quel punto protagonista del nuovo termine ottenuto. E invece è proprio l'idea di “oltre” in sé che pare aver suscitato in Garet l'ispirazione per elaborare “Meta”: quel filtro che determina, su coordinate tutte da capire, il superamento del termine che lo segue, senza a dire il vero offrire particolari specifiche su quello che vi è “al di la'” dello stesso.

Nei cinquantuno minuti del disco, pubblicato da quella LINE divenuta ormai l'avamposto centrale dell'astrazione sonora elettronica, Garet cerca dunque di costruire un'ontologia dell'oltre slegandolo dal suo rapporto con un "qualcosa", usando il suono come ambito-tipo e strumento al suo servizio. E giunge effettivamente a una sua precisa determinazione, più metaforica che concettuale, nella forma di quell'impianto di “rumori” effettivamente percepibili dall'udito umano e onnipresenti attorno a noi, ma puntualmente estranei alla soglia dell'attenzione e la cui origine permane ignota.

Quest'opera si prefigura come l'esposizione di un concept che nasce e si sviluppa a livello mentale e riflessivo (“filosofico”, direbbe qualcuno), e non uno strumento all'interno del quale la riflessione si svolge e articola. A ciò va altresì aggiunto che l'esposizione stessa manca nel “solo audio” dell'importante componente fisico-percettiva data dall'ascolto nello spazio, offerta nel corso dell'installazione omonima ospitata in tre occasioni negli ultimi anni in Europa. Il disco è, semmai, una documentazione, una sorta di “relazione finale” sul progetto.

Quel che rimane, dunque, è una lunga composizione elettroacustica di circa cinquanta minuti, costruita su suoni strappati alla quotidianità più “nascosta” e meno apparente. Non pare esserci traccia d'umanità nelle sequenze che compongono la pièce, rimesse in ordine e legate fra loro con un'attenta attitudine documentale. Non vi sono field recordings o sample provenienti dal mondo concreto: al loro posto drone, brusii, fruscii, onde. Si tratta semmai della mimesi di quel che Garet ipotizza come idea di “oltre”, immanente la realtà ma che trascende la percezione che ne abbiamo.

Una ricerca “del” suono che possa rendere un'idea data e presupposta, dunque, piuttosto che una ricerca “nel” suono che trovi in esso le proprie risposte. Un'indagine che risulta convincente come dimostrazione di una tesi (l'"oltre" va cercato in ciò che c'è ma ci sfugge) affascinante se collegata alla realtà attraverso l'esperienza fisica (l'installazione, in cui il background sonoro può appartenere a un dato ambiente ed essere distribuito in maniera appropriata nello spazio), ma che fatica non poco a “darsi” tramite il solo ascolto – a meno di non avere un acousmonium in casa.

04/11/2015

Tracklist

  1. Meta

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