Ricked Wicky

I Sell The Circus

2015 (Guided By Voices)
alt-rock

Rieccolo!
Nemmeno il tempo di archiviare il contratto di consulenza per i già pensionati Guided By Voices, ed ecco Robert Pollard presentarsi all’appello con l’ennesima nuova incarnazione identica in tutto e per tutto alle precedenti, eccezion fatta forse per la sola cloaca concettuale intitolata Circus Devils. A grandi linee, come detto, restano invariate sia le coordinate espressive che il cast, una rimescolata di soldatini dalla sua sterminata fucina collaterale, tra i quali spiccano i collaboratori di lungo corso Kevin March, Mitch Mitchell e Todd Tobias. Come eloquente sin dall’opener, rispetto al penultimo varo dello stakanovista americano – la prescindibile avventura Teenage Guitar – questi Ricked Wicky insistono a battere sulla formula agra, squillante e senza fronzoli che i GBV al tramonto avevano mutuato non senza profitto dallo schematismo pop-rock della sigla Boston Spaceships, a tutt’oggi una delle più godibili lanciate dall’inossidabile autore dell’Ohio.

Nel solco di una leggerezza evidente ancor più a livello mentale che non di forma, lo schema rotondo e trottante trova ulteriori conferme in “Guts” come nella facilona e irresistibile “Intellectual Types”, dove Pollard suona quasi come un Billy Bragg sotto steroidi, romantico e squilibrato, confermando una certa propensione espressionista che non gli sospettavamo (la medesima che nella più lenta, accigliata e “metalinguistica” “Death Metal Kid” lo spinge a giocare di mimesi con certi cliché giovanilisti).
Non mancano ulteriori digressioni, insolite e un tantino barocche, come certi passaggi ariosi e decadenti in chiave prevalentemente acustica (“Even Today And Tomorrow”, “Cow Headed Moon”) che riavvicinano con decisione alle fragranze psych-folk di un altro fenomeno di prolificità del circuito alternativo, Nick Saloman: una cura aulica che sorprende e intriga a un tempo.

Ma non si tratta che di incisi. Il vecchio Bob torna infatti a insozzarsi presto, con un pezzo in perfetto stile Guided By Voices il cui titolo è già tutto un programma (“Piss Face”), e tiene la rotta fino al congedo felicemente approssimativo e anthemico di “A Real Stab”. La buona sintesi di sporcizia, tonicità muscolare e nuance melodiche fa il resto, e decreta un successo egregio. Senza più obblighi di sorta con la sua storica ragione sociale, l’ex-maestro elementare di Dayton sembra aver recuperato smalto e motivazioni. Il taglio visionario, acidognolo e populista, è quello di sempre, il tono resta amabilmente crepuscolare e la fedeltà si abbassa secondo necessità in linea con i dettami del passato remoto dell’artista, di cui “Miles Of Concentration” potrebbe anche essere una outtake giunta con quei due decenni abbondanti di ritardo.

Così, anche al minimo sindacale, il Nostro può portare a casa il risultato in agilità. Flirta con un easy-listening revivalista alquanto innocuo e solletica con i consueti richiami ai Who senza promettere la luna. Certo la sua fase “eroica” si è spenta da tempo, ma la passione genuina rimane comunque tale e tanta da garantire di vivere di rendita anche con lavori pure discreti come questo falso esordio. “Mobility”, il brano che ha ispirato il titolo della raccolta e che la anima con maggior vigore, è torvo e pollardiano oltre ogni immaginazione e chiama gli affezionati (o qualsivoglia nostalgico dell’indie-rock yankee di venti anni fa) a un sing-along inevitabile.

Smettere di voler bene a un uomo così tenacemente ancorato al proprio credo estetico diventa allora impresa impossibile. Lo sa bene anche lui, che ha già pronti due seguiti in uscita sempre per l’etichetta di famiglia. Il primo, “King Heavy Metal”, è atteso per la fine di luglio.

01/07/2015

Tracklist

  1. Well Suited
  2. Death Metal Kid
  3. Guts
  4. Cow Headed Moon
  5. Piss Face
  6. Even Today And Tomorrow
  7. Intellectual Types
  8. Uranus Flies
  9. The Important Girl
  10. Frenzy Of Blame
  11. Mobility
  12. Tomorrow
  13. Miles Of Concentration
  14. Rotten Backboards
  15. A Real Stab

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