Rickie Lee Jones

The Other Side Of Desire

2015 (Self Released)
west-coast pop, jazz, blues, soul

Ecco un’altra vittima della crisi discografica e dell’ottusità dei nuovi manager figli dell’ X-Factor e del consenso popolare a tutti i costi: lei è Rickie Lee Jones, affascinante ed enigmatica voce di un’America notturna ai margini della società, amica del Tom Waits più lussurioso e romantico (è lei sulla copertina di “Blue Valentine”), raffinata poetessa della perdita di sobrietà dell’universo femminile, innamorata del blues e del jazz cantati con dissoluta e sgraziata vocalità.
Un’artista a volte ambiziosa (“Pirates”), spesso leggiadra (“Flying Cowboy”, “Pop Pop”), ha finito con l'essere sempre più confinata in quell’angusto spazio di cantautrici in odore di jazz e West Coast, di difficile penetrazione nel mercato globalizzato del post-digitale (d’altronde anche Joni Mitchell, nonostante un passato più nobile, non è mai riuscita a sfondare nel maschilista gotha dei million-seller-artist).

Anche se la campagna di finanziamento attraverso il crowdfunding di Pledge ha sbandierato “The Other Side Of Desire” come il primo album di canzoni nuove da dieci anni a questa parte, in verità l’ultimo progetto discografico di inediti risale al 2009, ovvero il molto dignitoso “Balm In Gilhead”, mentre nel 2012 un album di cover-version intitolato “The Devil You Know” non faceva del tutto onore alla sua carriera.
Rickie Lee Jones festeggia così la ritrovata ispirazione, il fuoco sacro dell’arte, che ricompare non per obblighi contrattuali o abitudini artistiche: “The Other Side Of Desire” nasce dal ritorno a New Orleans, la città dove il padre alcolista visse gli ultimi anni della sua vita, dopo aver abbandonato la prima moglie e una piccola ragazzina ricca di sogni, e anche la città dove l’artista realizzò la sua pagina più ambiziosa e intensa (il gia citato “Pirates”). Il ritorno avviene con le migliori intenzioni e con un team capace di rendere in musica l’universo creativo di una donna di 61 anni che non ha mai ceduto ai compromessi.

Sono immagini forti e vivide, quelle che trovano spazio in “Jimmy Choos”, singolo e brano d’apertura del progetto: un’iniezione di energico West-Coast jazzy, che Rickie Lee Jones canta con inattesa maturità e con uno stile vocale sempre più ricco di influenze soul-blues. Rispunta anche la passione per Fats Domino e il cajun nella swingante “J’ai Connais Pas”, mentre veleggiano le origini francesi della madre nel delizioso valzerone country “Valtz De Mon Pere (Lovers’ Waltz)".
La musica e i testi di Rickie Lee Jones hanno sempre posseduto una spiritualità contagiosa e austera, che in “The Other Side Of Desire” è presente in ogni frangente. Quando il tono diventa più intimo e riflessivo, come in “Infinity”, lo si può però assaporare in pieno. Soprattutto, si possono di nuovo apprezzare quelle complesse sequenze di accordi e di strutture che hanno reso la sua musica originale e poco convenzionale, riversate in ballate ricche di sofferenza e poesia che difficilmente lasci in sottofondo perché dispensano emozioni da non sciupare o lasciar scorrere sottopelle. E' il caso della splendida “Feet On The Ground”, che, nonostante il tipico stile piano e voce, si lascia andare a un travolgente duetto vocale di puro romanticismo soul.
È difficile ignorare la maturità vocale raggiunta dalla cantautrice americana, che insegue sempre di più Al Green e Sylvester (si ascolti la superba “Blinded By The Hunt”) e conserva quel fascino straziante e vissuto, che solo poche grandi artiste hanno saputo preservare dalla contaminazione del mainstream: in tal guisa resta esemplare l’intensità della suggestiva “Christmas In New Orleans”: una ballata di grande effetto e fascino che Jones interpreta con toni aspri e intensi.

A questo punto ci sarebbe già sufficiente sostanza per salutare “The Other Side Of Desire” come un buon ritorno, ma non abbiate fretta: il nuovo album di Rickie Lee Jones è dai tempi di “Flying Cowboys” il disco più importante della sua carriera, e forse la sua intensità si ricollega a quel lontano album d’esordio dove l’artista riusci a tirar fuori tutte le emozioni della gioventù e le sue speranze per il futuro. Ora invece è il tempo di raccontare le emozioni vissute in quasi quarant’anni di carriera.
Splendido anche il lavoro di produzione di Mark Howard e John Porter, che mettono in pregevole equilibrio stilistico il grintoso groove di “Haunted” (dove Rickie si cimenta con tutti gli strumenti) con la fragilità emotiva di “Juliette”, sottolineando altresì l’atmosfera circense di “Finale ( A Spider In The Circus Of The falling Star”), che chiude in bellezza un album ispirato e creativo.

02/07/2015

Tracklist

  1. Jimmy Choos
  2. Valtz De Mon Pere (Lovers’ Waltz)
  3. J’ai Connais Pas
  4. Blinded By The Hunt
  5. Infinity
  6. I Wasn’t Here
  7. Christmas In New Orleans
  8. Haunted
  9. Feet On The Ground
  10. Juliette
  11. Finale (A Spider In The Circus Of The Falling Star)


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