Sasha Siem

Most Of The Boys

2015 (Blue Plum)
chamber pop, songwriter

Un esordio cantautorale può stupirci per la freschezza, l'estro, la chiarezza d'intenti, la promessa di un nuovo talento. Ma a sorprenderci davvero, nel caso di Sasha Siem, è che i raffinati arrangiamenti cameristici costruiti attorno alla voce sono anch'essi opera sua, che fa musica dall'età di cinque anni e da tempo si diletta anche nella composizione. La giovane e affascinante londinese non dissimula la propria sicurezza nel presentarsi con un'opera prima davvero sua, nel pieno controllo delle sue capacità.

Impertinente, sarcastica, affilata: così ci appare Sasha nel singolo-manifesto "So Polite", esemplare di un immaginario eminentemente postmoderno e post-femminista; le bruciature delle relazioni passate non ispirano più parole languide ma sensazioni epidermiche contraddittorie, frecciate surrealiste dalla metrica irregolare, parole sincere che siamo troppo beneducati per enunciare (People often ask me/ If I mind... / That now he's got girls/ Who like things/ Like I've never held a gun/ But I'd like to/ On his face... book).
Sasha non guarda più in faccia a nessuno, delinea con gesti rapidi l'autoritratto sbarazzino di una donna che, se necessario, preferisce passare per stronza che cedere agli stereotipi dell'amante afflitta, vittima di storie e personaggi fallimentari. In questo senso è speculare l'azione del quartetto d'archi, i cui pizzicati sono come stoccate di fioretto, aculei retrattili che più volte hanno un ruolo puramente ritmico ("Seamy-Side"), si riducono a un sibilo che demanda alla cantante la sola linea melodica. Aggiungeteci delle aspre striature elettroniche che accentuano la tensione, trasformando alcuni episodi in veri e propri assalti frontali.

Ma non pensiate che "Most Of The Boys" sia un album invariabilmente sugli scudi: la stessa title track, dopo un attacco al fulmicotone, lascia spazio al desiderio di credere nell'eccezione (Because she's longing to believe/ That it's better to believe/ That this time the feeling won't fade). La disillusione di Sasha non l'ha trasformata in un cuor di pietra, e a dimostrarlo ci sono l'accorata dedica "My Friend" – un invito all'amor proprio per chi crede di non valere più nulla – e il finale agrodolce di "Valentine", separazione obbligata che si scioglie in un'estrema dichiarazione d'affetto (You've been my adventure/ You've been my excuse/ You've been my religion/ And now I'm letting you loose). A metà strada fra Alela Diane e Shara Worden, l'espressività vocale di Sasha Siem si adatta con disinvoltura a ciascun registro, da quello smaccatamente teatrale al più delicato ed empatico che ci si possa aspettare.

Gusto, dinamismo e sintesi: non si può davvero chiedere di più da un debutto solista che è un bignami di composizione pop contemporanea. Colpevolmente passata sotto silenzio, l'istrionica e sensuale Sasha Siem è pronta a sbalordire chiunque in uno schiocco di frusta.

22/05/2015

Tracklist

  1. Most Of The Boys
  2. Kind Man's Kiss
  3. Proof
  4. So Polite
  5. Knots And Do-Nots
  6. Seamy-Side
  7. Silence
  8. Tug Of War
  9. So Go
  10. See-Through
  11. My Friend
  12. Valentine


Sasha Siem sul web