Schnellertollermeier è un trio di stanza a Lucerna, Svizzera, dove nel 2006, i poco più che ventenni Andi Schnellmann (basso), Manuel Troller (chitarra) e David Meier (batteria) unirono le forze per suonare, stando alle loro stesse parole, una musica senza compromessi, capace di spaziare tra la free-improvisation, il jazz più nerboruto e l’art-rock, un mix che, giusto per essere sintetici, hanno finito per chiamare brutal-jazz.
Durante gli anni, infatti, il loro sound si è fatto sempre più “pesante”, come conferma questo nuovo lavoro, aperto dal brano portante dell’opera, quella title track (ben venti minuti di durata!) che, dopo aver ruminato intorno a un nevrotico fraseggiare minimalista e dopo essere passato attraverso un frullatore di triangolazioni spigolosissime, si smarrisce lungo deserti astrali, andando alla deriva tra segnali misteriosi, baruffe di piatti e screzi chitarristici. Quando la chitarra inizia a spiraleggiare intorno a un riff, il brano ritorna, dunque, su posizioni più graffianti, risolvendosi infine in un conciliabolo caotico.
Gli altri brani fanno sono tutti mediamente più brevi e spaziano tra misteriosi bandismi (“Backyard Lipstick”), schiamazzi geometrici ("Riot"), esotismi ambient-drone (“Sing For Me”), matematici tripudi percussivi (“Massacre Du Printemps”) e carillon ipnotici sventrati da picchi brutalisti (“///\\\///”).
05/02/2015