Six Organs of Admittance

Hexadic

2015 (Drag City)
noise-rock, psichedelia

"La mia idea è che se disponi di una modalità di composizione ben definita, in realtà puoi liberare te stesso e aprirti a nuove idee che vengono da quel preciso mondo".

Così Ben Chasny parlava, qualche tempo fa, di “Hexadic”, un disco con cui l’artista americano cerca nuovi stimoli, adoperando un nuovo metodo di scrittura (da lui stesso ideato) che fa leva su un set di regole che mettono in risalto gli allineamenti tra aspetti musicali (ad esempio, le note suonate su una chitarra e sei carte del poker - da qui il prefisso inglese “hexa”) e aspetti grafici, ludici e testuali.

Il risultato è una serie di schizzi sghembi, obliqui, qualche volta vagamente improvvisati (si ascolti, per dire, l’iniziale “The Ram”), sicuramente prodotti da uno spirito desideroso di mettersi alla prova, ma mai veramente convincenti, anzi qualche volta scopertamente velleitari (sto pensando alle smarrite cadenze heavy di “Hollow Rider”) o tutto sommato fuori contesto (le inquietanti dilatazioni western di “Future Verbs” e le acustiche interrogazioni di “Hesitant Grand Light”).

Quando, invece, l’elettricità si prende il campo, sgomitando senza riserve, ecco materializzarsi le scorticature blues di “Wax Chance” e i freak-out psichedelici di “Maximum Hexadic” e “Sphere Path Code C” (che fanno comunque pensare a dei Purling Hiss sfiatati…). Sfortunamente, però, in questi ultimi numeri anche il batterista Noel Von Harmonson (già nei Comets On Fire) condivide con il padrone di casa un tasso non indifferente di indolenza creativa. Per cui, vada pure per nuove “modalità di composizione”, ma non ci si dimentichi che, quando l’ispirazione latita, tutto il resto è noia…

20/03/2015

Tracklist

  1. The Ram
  2. Wax Chance
  3. Maximum Hexadic
  4. Hesitant Grand Light
  5. Hollow River
  6. Sphere Path Code C
  7. Future Verbs
  8. Vestige
  9. Guild 

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