Small Black

Best Blues

2015 (Jagjaguwar)
synth-pop, chilliwave

Josh Kolenik sbandiera con sempre più entusiasmo la sua attitudine synth-pop volutamente nostalgica: nella sua musica, sonorità lo-fi e hi-fi si incrociano con vezzose ibridazioni tra acustica ed elettronica, appena segnate da una posticcia vena malinconica.
Al terzo giro di boa con gli Small Black, Josh sembra aver già smarrito la vena creativa, trascinando stancamente le pulsioni chill-wave verso l’anonimato più completo.

“Best Blues” non rinnova neppure la raffinata professionalità del precedente capitolo “Limits Of Desire”, la positività dei ritmi e la solarità delle atmosfere si sono tramutate in sterili cliché che esauriscono il loro fascino dopo le note dell’introduttiva “Personal Best”: l'unico brano che mostra qualche piacevole idea ritmica e melodica.

Kolenik, nel tentativo di stupire l'ascoltatore, con misurata destrezza irrora di gelo le più rumoreggianti atmosfere di “Back At Belle’s”, in un tripudio di luoghi comuni strappati agli U2 meno ispirati, e trascina nel ridicolo il corposo pop sintetico alla Cure di “Checkpoints”. Per i più coraggiosi che andranno fino in fondo, avviso fin da ora che nonostante i titoli stimolanti (“Smoke Around The Bend”, “XX Century”) “Best Blues” abbonda di canzoni e testi inutili e superflui.

Un album da dimenticare in fretta, la cui recensione ha il solo compito di metter in guardia gli incauti lettori di bollettini discografici che hanno il coraggio di tirare in ballo perfino i Blue Nile. Evitare con cura.

30/11/2015

Tracklist

  1. Personal Best
  2. No One Wants It To Happen To You
  3. Boys Life
  4. The Closer I Look
  5. Big Ideas, Pt. 2
  6. Back At Belle’s
  7. Between Leos
  8. Checkpoints
  9. Smoke Around The Bend
  10. XX Century


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