STUFF.

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2015 (Buteo Buteo)
fusion

Chi l'avrebbe mai detto che nel 2015 la fusion sarebbe tornata di attualità. Merito dell'hip-hop strumentale di gente come Madlib e Flying Lotus che da "astratto" nel tempo è diventato "futuristico", avvicinando il pubblico dell'hip-hop alle sonorità live del jazz, e viceversa. Non è un caso che i cinque STUFF. (Andrew Claes, Dries Laheye, Lander Gyselinck, Mixmonster Menno, Joris Caluwaerts) si siano fatti le ossa suonando le cover di Afrika Bambaata (“Planet Rock”) e dello stesso Flying Lotus (“Tea Leaf Dancers”).
Il nome del gruppo, invece, è un omaggio agli Stuff di Eric Gale e Richard Tee, responsabili nella seconda metà degli anni 70 di una mezza dozzina di gommosi titoli jazz-rock.

L'omonimo album di debutto del gruppo belga si apre con sonorità elettroniche dilatate che lentamente si coagulano intorno a un poderoso groove (“Event Horizon”). Sembra un'introduzione che serve a far scaldare i musicisti prima della meravigliosa “Skywalker”: basso e batteria intarsiano uno scenario alla Weather Report preparando l'atmosfera per un sintetizzatore che disegna una melodia tanto semplice quanto appiccicosa.
Altrettanto seducente la seguente “Tahtam” con i sintetizzatori a far le prime voci come in tanti successi di Herbie Hancock.
“Sifa” è un altro capolavoro: gli STUFF. devono aver imparato a memoria i dischi degli anni 80 di Miles Davis perché il brano sembra un mash-up tra “Jean Pierre” (da “We Want Miles”) e “Hannibal” (da “Amandla”).

Anche quando prevalgono le atmosfere elettroniche, come sulla ballata “Caves”, gli strumenti continuano a suonare groove che non perdono mai il fuoco. “Java” è il brano più funk dell'intero album, l'ennesimo omaggio al vituperato Miles Davis degli anni 80 (“Tutu”), con il basso sempre davanti ogni altro strumento nel mix e i sintetizzatori a disegnare le melodie portanti.

15/11/2015

Tracklist

  1. Event Horizon
  2. Skywalker
  3. Tahtam
  4. Sifa
  5. Caves
  6. Ahfreaq
  7. Java
  8. Walking Headz
  9. R-Over




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