Surf City

Jekyll Island

2015 (Fire Records)
psych-pop, beat

Siamo onesti, oggi è più facile incidere un album carino e ben suonato, la qualità media è sempre alta e, tra remake e revival, siamo tutti persi nella ricerca della next big thing, che assomiglia sempre di più all’ennesimo governo di belle speranze.
Questo per dire che è obiettivamente difficile trovare molti argomenti per parlare, senza essere banali o sbrigativi, del terzo disco dei Surf City.
La band di Auckland conosce bene tutti i segreti del rock psichedelico, e non disdegna le riletture pop in chiave retrò, che dopo il successo dei Temples stanno sbucando come funghi in tutti gli angoli del pianeta.

“Jekyll Island” è uno di quei dischi che subito ispira simpatia e calore umano, ma poi una sensazione meno piacevole si fa strada durante l’ascolto: quel simbolo in copertina dove l’ho già visto, le sonorità a chi rimandano (Spiritualized, Chills, Temples etc.) il riff di “Leave Your Worries” dove l’ho sentito anni fa (forse in un disco dei Pavement), e soprattutto quando ascolterò finalmente una canzone che abbia un po’ di personalità.

Si potrebbero trovare mille modi di indorare la pillola per giustificare un album come “Jekyll Island”, e sicuramente in giro ci sono molti estimatori del basso profilo della band, nonché critici pronti a giurare che Spacemen 3, Verlaines o Yo La tengo hanno molto in comune con i Surf City, ma nonostante il mio ben noto entusiasmo per tutti i musicisti dotati di buona volontà (quasi clericale come affermazione) mi spiace smorzare qualsiasi eccitazione possibile per questa band di rock psichedelico in casa Fire Records.

Non basta qualche canzone carina (“Thumbs Up” e qualche altra a scelta tra le prime) per giustificare la completa mancanza d’ispirazione, di un album che peraltro sfrutta senza vergogna o pudore tutti i cliché del caso: ovvero batteria a manetta, voci spiritate e qualche rimando ai 60 e ai 90 (ovvero il diavolo e l’acqua santa della psichedelia) per ingannare l’ascoltatore fino alla fine dell’album.
I loro colleghi di etichetta Blank Realm, pur non brillando, erano riusciti a restare a galla con decenza e buon gusto, ma per i Surf City si aprono inevitabilmente le porte della mia finestra, lancio perfetto.

18/04/2015

Tracklist

  1. Beat The Summer Heat
  2. Spec City
  3. Jekyll Island (And The Psycosphere)
  4. Hollow Veins
  5. One Too Many Things
  6. What They Need
  7. Leave Your Worries
  8. Indian Summer
  9. Thumbs Up
  10. The End
  11. Jesus Elvis Coca Cola




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