Susan James

Sea Glass

2015 (Self Released)
baroque-folk

Arriva anche sul mercato europeo il sesto album della cantautrice Susan James, una folksinger dallo stile desueto, sempre costantemente alla ricerca di nuove frontiere sonore da esplorare.
E’ ancora vivido il ricordo del suo album del 1999 “Fantastic Voyage”, dove l’artista proponeva un’interessante ibridazione tra un folk-rock viscerale alla Jeff Buckley e suggestioni sonore alla Stereolab, con degli arrangiamenti ardimentosi e innovativi, che ritroviamo più delineati e ben plasmati in “Sea Glass”.

Sean O’Hagan degli High Llamas mette a disposizione archi e tastiere vintage, per irrorare le raffinate ballate folk dell’autrice con una linfa sonora distillata da primizie chamber-folk anni 70 (Judy Henske, Buffy Sainte-Marie) e moderno baroque-dream-pop (High Llams, Stereolab, Spearmint, Lali Puna, St Etienne), svincolando la musica dai canoni elettroacustici che impedivano quel salto di qualità che anche il precedente album “Driving Toward The Sun” anticipava, ma non riusciva a concretizzare.

La sintesi perfettamente riuscita tra un folk-retrò in stile seventies, tentazioni psichedeliche ed effluvi post-moderni, fa di “Sea Glass” una delle sorprese dell’anno.
Le dieci canzoni si sottraggono alle regole del folk-revival, sono infatti dei raffinati arazzi baroccheggianti ricchi di sfumature e colori, la cui genesi è stata affidata al pianoforte, modificando il metodo creativo dell’autrice.
Tastiere e archi prendono per mano sognanti armonie, dando forme a eteree ballate noir (“Poseidon’s Daughter”) e gioiellini pop che si dilettano con flauto e trombone in un’estatica struttura sonora quasi psichedelica (“Hey Julianne”).

Coraggio e amore del rischio non mancano a Susan James: accordi più ardimentosi, il tono più cristallino della voce e l’utilizzo di una strumentazione meno usuale mettono in moto lo spirito più naïve della musicista.
Mentre “Truth Of Consequence” e “Tell Me Cosmo” fanno tesoro della lezione degli Stereolab, altrove l’artista scopre risvolti meno consueti della musica californiana: i Beach Boys ispirano il surf-folk di “Awful Lot”, mentre Terry Riley dà la sua benedizione alla più ambiziosa “Oddysea 1201” che apre frontiere sperimentali e minimali.

La musica di “Sea Glass” resta sempre ancorata a raffinati canoni di eleganza, anche quando le radici folk sembrano prevalere sul resto, violino e harpsichord iniettano di esotismo zingaresco le trame sonore di “Ay Manzanita”. Synth e violini, invece, alterano il timbro folk acustico di “Last Song” con delle affascinanti nuance progressive e psichedeliche, le stesse che in tono minore turbano la meditativa title track, ulteriore conferma della nuova dimensione artistica di Susan James.

29/11/2015

Tracklist

  1. Poseidon’s Daughter
  2. Awful Lot
  3. Hey Julianne
  4. Calico Valley
  5. Ay Manzanita
  6. Odyssea 1201
  7. Sea Glass
  8. Truth Or Consequence
  9. Tell Me, Cosmo
  10. Last Song


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