Swings

Sugarwater

2015 (Exploding In Sound / Comotapes)
post-emo, freak-emo

In questo periodo di spasmodiche catalogazioni che preludono alla temuta classifica di fine anno, “Sugarwater” è uno di quei dischi che capita a pennello: interessante e di compagnia, ma non in grado di scuotere le proprie certezze. Troppo idiosincratico e “indie” l’uso della voce (e del vocoder!) di Jamie Finucane, che si sposta sul falsetto senza controllo, dando l’impressione di ascoltare un Thomas Mars sotto acidi, che sembra quasi steccare, quando non biascica.
“Sugarwater” è infatti un bizzarro incrocio tra Midwest emo e “Wolfgang Amadeus Phoenix”, un pastone amalgamato dalle dinamiche chitarra-basso-batteria della band, un vero “swing” sonoro plastico e suggestivo.

“Fever” si perde così in movimenti sinusoidali che diventano un crescendo martellante alla Appleseed Cast, in cui lo scroscio chitarristico diventa un modo per simulare il corpo di Finucane sballottato qua e là, preda di un viaggio interiore in territori sconosciuti.
Il tessuto strumentale è infatti il cuore del disco, il suo motore, un mare magnum in cui il canto umano sembra immergersi, fino a perdere significato, o addirittura l’orientamento (come negli spike melodici elettrizzanti, proggheggianti di “Dust”), lasciandosi trasportare fino a un cullante annullamento di sé (“Blood On Seersucker”).

La così manifesta idiosincrasia della vocalità di Finucane si sposa con dinamiche strumentali solide ma estrose, che sembrano spingere e accompagnare il frontman in semi-incoscienti sogni urbani, come nel canto di Natale in disguise di “Mouthwash”, o nei melliflui Sea And Cake di “New Year”. La piccola grande sorpresa che ci voleva, insomma.

25/11/2015

Tracklist

  1. Dirty Blue
  2. Tiles
  3. Sea
  4. Dust
  5. Sugarwater
  6. Mouthwash
  7. Blood On Seersucker
  8. Fever
  9. New Year

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