Ten Commandos

Ten Commandos

2015 (Monkeywrench)
grunge

I supergruppi nell’area dello Stato di Washington sono sempre stati una consuetudine (basti pensare a Temple Of The Dog o Mad Season, giusto per citare due casi-scuola), e il collaborazionismo decisamente diffuso, anche fra nomi altisonanti, vedi Kurt Cobain ospite nel primo solista di Mark Lanegan.
Ten Commandos è l’ultimo ritrovato di ciò che resta dell’estetica grunge, molto più grunge di quanto lo siano oggi i sopravvissuti di quell’epopea, dieci tracce dalle quali emerge un attaccamento a certi stilemi che fa quasi tenerezza, forse un tantino fuori dal tempo, visto che non sta trovando particolari attenzioni da parte di critica e pubblico, nonostante le personalità coinvolte.

L’idea risale al 2008, ma vede la luce soltanto oggi, un’iniziativa portata avanti da Matt Cameron (tuttora batterista di due fra le band più longeve e ricche di Seattle: Soundgarden e Pearl Jam), Ben Shepherd (bassista da sempre nei Soundgarden), Alain Johannes (chitarra negli Eleven e in alcune incarnazioni dei Queens Of The Stone Age) e Dimitri Coats (Off!, Burning Brides).
Per completare l’opera, e renderla ancor più appetibile, ecco nel singolo la partecipazione speciale di Mark Lanegan, ed il bello è che la sua performance risulta tutt’altro che banale, il pezzo funziona, e il resto del menù non lascia affatto con l’amaro in bocca.

Il versante percorso è quello più prossimo agli Alice In Chains (“War On The Peace”, “Four On The Floor”), con vistosi richiami ai Soundgarden (“Aware”, il ritornello di “Outermost Sky”), e il valore aggiunto di un ricamino elettroacustico niente male (“You Might Forget”).
Chitarroni come se piovesse, le lancette dell’orologio bloccate intorno al 1992, e un paio di featuring che non ti aspetti: Nikka Costa (no, non stiamo scherzando) su “Come”, che suona più o meno come se Joss Stone cantasse su “Superunknown” (e sulla carta poteva andare molto molto peggio), e Peter Frampton che mette la propria sei corde sulla strumentale “Sketch 9”.

Un paio di tracce meno riuscite (“Sporthalle”, la conclusiva “Invisibility”) abbassano la media di un lavoro comunque sostanzialmente riuscito, almeno nell’intento di far breccia nei cuori degli inguaribili nostalgici del Seattle sound.

31/12/2015

Tracklist

  1. Staring Down The Dust (feat. Mark Lanegan)
  2. War On The Peace
  3. Outermost Sky
  4. Come (feat. Nikka Costa)
  5. You Might Forget
  6. Sketch 9 (feat. Peter Frampton)
  7. Sporthalle
  8. Four On The Floor
  9. Aware
  10. Invisibility

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