The Wild Classical Music Ensemble

Tapping is Clapping

2015 (Born Bad)
experimental post punk-noise

Il collettivo Wild Classical Music Ensemble nacque nel 2007 grazie all’interessamento del batterista e sound artist Damien Magnette, desideroso di mettere su un progetto sonoro insieme a musicisti affetti da ritardo mentale. L'esordio discografico arrivò due anni dopo, con “The Wild Classical Music Ensemble: Musics in the Margin #4”, un mix di free-improvisation, sperimentazione divertita, assurdismo spinto e guizzi orchestrali. Un disco stuzzicante, anche se incompiuto, poco compatto, in cui evidentemente la follia la faceva fin troppo da padrona...

Poco alla volta, la formazione, in seguito all’arrivo del chitarrista belga Kim Verbeke, iniziò a spostarsi verso territori relativamente più riconoscibili, inglobando influssi post-punk e noise, pur non abbandonando la vena dissacrante e sperimentale degli esordi. Il risultato di questo nuovo corso è arrivato, comunque, solo qualche mese fa e presenta soluzioni più convincenti, a cominciare da una “Slowy” che fa leva su un crescendo maniacale e su un suono saturo, compresso, asfissiante, non di rado solcato da increspature fantasmatiche di fiati (“Brothers In Civil War”) o declinato a mo’ di recinto post-punk squarciato da fiammate elettriche (“De Werkers”).
La capacità della band di spingersi oltre le sue prime posizioni porta alla superficie anche gustose scorribande tribal funk-jazz (“Enquête Policière”), mentre in “Les Indiens” il flusso di coscienza dei Fall viene trasformato in un cabaret spaccone che “Pussy Junky” ricolloca lungo un rettilineo motorik.

Non mancano canzoni sbandate e disorientanti (“Koppig”), ma anche sbilenche versioni di chansonnier al chiaro di luna (“Hawai”). Così come non si fanno aspettare gli esperimenti per voce distratta, borbottii di trombone e schiamazzi percusssivi di “Souffle” o le scansioni minimaliste, per celebrare il vicolo cieco della modernità, di “De Wind”. In ogni caso, è la conquista di una più accentuata qualità “ritmica” a definire chiaramente il nuovo percorso del collettivo, tanto che, prima della fine, con "Democracy" siamo tutti chiamati a ballare nell’oscurità tremolante, perché, dopotutto, in the beginning there was rhythm!

22/10/2015

Tracklist

  1. Slowy
  2. De Werkers
  3. Koppig
  4. Enquête Policière
  5. Brothers in Civil War
  6. Les indiens
  7. De Wind
  8. Souffle
  9. Tapping
  10. Lindsy
  11. Hawai
  12. Pussy Junky
  13. Democracy
  14. Champignon

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