Cacao

Astral

2016 (Brutture Moderne)
instrumental, progressive, alt-rock

Progetto di minimalismo strumentale del Ravennate, fondato e composto da Matteo Pozzi (chitarra, anche elettronico a nome Mavritvs) e Diego Pasini (basso, già nella più recente line-up dei Ronin), Cacao debutta con le trame tenui di "Astral".

Unico vero tema compiuto e realmente funzionante dell'opera è forse l'inizio, "Roboto", costruito per tocchi progressivi come nella "One Of These Days" dei Pink Floyd, ma con una scaltra fusione tra techno e musica brasiliana. L'umore melanconico è l'unico generico trait d'union della staffetta di "Gundammo", una "toccata" rarefatta e una "fuga" in forma di dub scheletrico; "High Hitler" è poco più di una semplice base per i vaneggi della chitarra manipolata. "Lulù" tenta poi la carta della meditazione atmosferica attingente dal trip-hop (o meglio dalle sue radici, la lounge).

A metà, il disco in qualche modo ricomincia aggiungendo altrettante appendici in forma di fantasia alle tracce fin qui sentite. "Brasilio" approfondisce "Roboto" con aggressività quasi satanica: il basso a un tempo si accentua e si annulla fino a diventare una pura percussione, e la chitarra si ricopre di effetti arrivando a lambire i rimbombi di un organo di cattedrale. "A8" invece è una "High Hitler" ancor più pasticciata, e "Anno 1000" fa diventare "Lulù" un boogie noir risonante nel vuoto.

Un album con una sua spiccata natura cinematica - un po' fingerpicking, un po' improvvisazione acid-rock, un po' impressionismo - che, però, non colma del tutto la mancanza d'identità. Istintivo, facile a volte, si lascia sentire bene. Interventi elettronici (Francesco Giampaoli, terzo uomo alla produzione, oltre allo stesso Pozzi) aggiustano e decorano, qua e là distillano il gigioneggiare in cacofonia.

10/02/2017

Tracklist

  1. Roboto
  2. Gundammo
  3. High Hitler
  4. Odeon
  5. Lulù
  6. Shumi
  7. Brasilio
  8. A8
  9. Contadini
  10. Anno 1000

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