Cosima

South Of Heaven

2016 (Island)
sophisti-pop, soul

Down on my knees in the stalls
I used my lips in prayer
But his intentions are cruel
Maybe I should just shut up
And let him go
Oh I know I should just shut up
And let him go, but I can't

I sing hymns for him, hymns for him
But he'll never hear
Una canzone come "Hymns For Him" ti colpisce allo stomaco con un solo ascolto; la latente frustrazione che si agita in sottofondo suona fin troppo familiare, ti ricorda di quel pericoloso annichilimento del tuo essere nei confronti di una persona ingrata e narcisista, ma che ha saputo rendersi indispensabile puntando alla tua debolezza e facendo leva sulla tua solitudine. Certo, però, tra le liriche, si scorgono anche doppi sensi religiosi, che sembrano alludere a ben altra Persona. La naturalezza con cui tutto questo prende forma in musica fa quasi male; c'è il ritmo di un ballo al quale vorremmo tanto sottrarci ma non ci è concesso, e c'è una voce che avanza con la solida fierezza di una Sade, eppure allo stesso tempo si racconta come una fragile e quietamente sottomessa Billie Holiday, o come l'insicura, torbida e auto-commiseratrice Julie London. In un panorama dove indipendenza ed emancipazione si son fatte esperanto quasi totalizzante, la complessa femminilità di Cosima suona più genuina che mai.

Uscito a dicembre 2016, "South Of Heaven" è un mini-album di 7 tracce capace di presentare al meglio l'arte di questa ragazza. Un songwriting elegante ed emotivo, e una produzione di gran classe, che ripesca il nebbioso sophisti-pop dei tardi anni 80 e lo porta tra le strade del sud di Londra, con Anita Baker e Phyllis Hyman sempre nel cuore. La mano della Island, invece, ha certamente aiutato alla realizzazione di un prodotto fatto e finito, soprattutto nella parte visuale (ma è stata la stessa Cosima a montare assieme tutto il materiale edito e inedito per creare il video di 26 minuti che accompagna l'intero progetto).

Con "WYD" l'atmosfera si tinge di delicatissime filigrane orchestrali e soffici strati di ottoni soul recentemente ricreati anche da Better Person, "Concubines Call" è un suggestivo momento al passo di synth-pop, mentre "Had To Feel Something" si snocciola ancor più rapida e urgente su un refrain di forte impatto. Con "Girls Who Get Ready" si veleggia invece verso un pop più contemporaneo alla Florence Welch - stavolta è il semplicissimo ritornello a imprimersi subito nella mente. La title track poi potrebbe essere Annabel (lee) alle prese con un vecchio pezzo di Dusty Springfield (bellissimi gli screzi di violini che tratteggiano il pezzo). Spetta a "Supernova" il compito di chiudere questo succinto eppure perfetto mini-album con i toni accorati di un crescendo melodico tipico di certi Blue Nile.

Non c'è molto da aggiungere, insomma, se non sperare che per Cosima le cose continuino per il meglio. Lei stessa ha annunciato di avere già tantissimo materiale pronto, ma la pubblicazione di un Lp al momento è rimandata per pure questioni di logistica, vale a dire farsi le ossa dal vivo e creare la giusta attesa attorno al proprio nome. Scommettere è brutto per natura e noi non lo faremo, ma ci sono grosse probabilità che dal prossimo anno Cosima diventi uno dei nomi di punta del soul anglosassone - e in un mercato che negli ultimi tempi tanto ha arrancato, la sua voce potrebbe essere un vero balsamo per le orecchie.

18/01/2017

Tracklist

  1. WYD
  2. Concubines Call
  3. Hymns For Him
  4. Girls Who Get Ready
  5. South Of Heaven
  6. Had To Feel Something
  7. Supernova




Cosima sul web