E’ passato in sordina il ritorno di Richard Davies e dei suoi Moles, band rimessa in sesto con un completo make-up della formazione. Bob Fay (Sebadoh), Malcolm Travis (Sugar), Dion Nania (Free Time) e Jarvis Taveniere (Woods) sono i compagni di ventura di questa nuova fase discografica del musicista australiano.
Ventidue anni dopo “Instinct” (un vero e proprio album solista), Richard Davies ripristina la sigla Moles sfidando la memoria più recente dei suoi fan, inoltre tradendo le attitudini più morbide e vellutate della sua avventura coi Cardinal , oltreché quelle più indie-pop dei suoi tre album solo.
Non ha avuto molta fortuna il ritorno di fiamma con Eric Matthews (“Hymns”), ma per ragioni ben diverse da quelle di “Tonight’s Music”, tanto erano prevedibili eppur graziosi i dieci bozzetti chamber-pop del secondo progetto a nome Cardinal, tanto sono invece grezzi (“Strange Summer”) e scostanti (“Head In The Speakers”, “Stray Dog”) i 24 frammenti del nuovo Moles.
L’ossessione per i Beatles ritorna prepotente (si ascoltino le citazioni in “Room Temperature”), ma questa volta è il “White Album” la materia principale dalla quale estrapolare nuove suggestioni.
Canzoni dal tratto sicuro e dalla notevole caratura lirica sono avvolti da dissonanze vocali e sonore, al fine di rendere l’ascolto di “Tonight’s Music” avventuroso e corroborante come un disco dei Flaming Lips.
Il pop psichedelico di Davies e compagni è tratteggiato su grezzi muri del suono, poco adatti alla fruibilità mordi e fuggi di quest’ultimo decennio. L’incastro frammentario e ambizioso delle 24 tracce non ha nulla in comune con il revival degli ultimi anni, le canzoni sono più profonde (“Artificial Heart”), ma anche più vulnerabili (“Wear And Tear”) delle scorribande retrò di molte band contemporanee.
Noise (“Space Fever”) e squarci melodici (“Dreamland”) duellano secondo le regole del post-punk, scomodando i numi tutelari della musica psichedelica. Syd Barrett (“Out Of Thin Air”) e Alexander Skip Spence (“Imperial Blues”) fanno capolino dietro le quinte, ma anche Chills (“Slings And Arrows”), Robin Hitchcock (“Beauty Queen Of Watts”) e Tv Personalities (“Damien Lovelock”).
Appare evidente che la recente collaborazione di Richard Davies con Robert Pollard dei Guided By Voices abbia lasciato il segno in questo progetto (“Home For The Hobos”), modificando sia la metodologia che le sonorità. Distorsione e destrutturazione (“Beauty Queen Of Watts”) sfibrano la potenza sonora dei brani, lasciando fluire la disperazione (“Needle And Thread”) e la rabbia (“Highbury And Islington”).
E’ una musica messa a nudo quella di “Tonight’s Music”, un album dove le glorie del pop vengono accantonate per un suono naif (“Are You Free Tomorrow”) e viscerale (“Shandy”), un ritorno alle origini della psichedelia, un viaggio a ritroso nell’era dei pionieri del rock che si esibivano in locali fumosi e malfamati, uno spaccato temporale dove furono gettati i semi della storia della musica moderna.
28/01/2017