2814

Rain Temple

2016 (Dream Catalogue)
ambient, downtempo, vaporwave

Dopo aver cambiato il corso della musica ambient e portato la vaporwave all’apice con l’epico “Atarashii hi no tanjou”, la coppia di produttori Hke e Telepath, di stanza a Londra, riprende in mano la sigla 2814.
Il nuovo album è in realtà piuttosto differente dal predecessore, con una maggiore enfasi sul ritmo, che da abbellimento e da strumento per scandire l’ipnosi di quegli scenari al neon, diventa elemento quasi centrale, con battiti appariscenti e sfaccettati. 

Il cambio di umore è descritto bene anche dalla copertina. Laddove quella di “Atarashii…” giocava sul contrasto fra le tinte calde dei colori e il senso di solitudine emanato dalla foto, la nuova vira sul blu e risulta decisamente più rigida a livello cromatico. Ciononostante è anche più drammatica, perché da sottintesa la solitudine si è fatta palese, con una ragazza in abito tradizionale giapponese che osserva la megalopoli da lontano, chiusa in una serra in apparente stato di abbandono. Gli elementi che permangono sono la notte, le luci della città e la pioggia, che rappresentano in sostanza i tre punti su cui poggia il carattere descrittivo della musica del duo.

Anche questa volta la musica degli 2814 schiaccia il cuore dell’ascoltatore, facendolo sentire l’unica persona viva in un mondo notturno popolato di meri involucri. Lo fa tuttavia in maniera nettamente più appariscente rispetto alle atmosfere oniriche e apatiche del precedente album, a partire dall’iniziale “Before The Rain”, crescendo sinfonico di pulviscoli elettronici, rombi e tremolanti violini spaziali: un gorgo nero che si piazza di diritto fra i più grandi brani ambient mai incisi.
Non tutto il disco è così a fuoco purtroppo: la successiva “Eyes Of The Temple”, per esempio, ha uno sviluppo più orizzontale, un ritmo fin troppo invasivo e, più semplicemente, non possiede la quantità di spunti necessaria a giustificarne gli undici minuti di durata. “Lost In A Dream” tenta l’intervento di una rarefatta voce femminile, attribuita a tale Mxxa, ma finisce pericolosamente vicino allo stereotipo delle “fatine” dream-pop che hanno sfiancato la musica indie di questi ultimi anni. Meglio allora “Guided By Love”, incantata e zuccherina, come un aggiornamento dei primissimi M83, oppure la conclusiva “Inside The Sphere”, densa e ribollente di suoni, cinematografica, quel filo sopra le righe bastante per essere approvata da John Carpenter.

I 2814 hanno provato a non ripetersi, e anche se la nuova formula deve ancora essere smussata di qualche asperità, il talento rimane evidente. Nel brano d’apertura addirittura accecante.

12/10/2016

Tracklist

  1. Before The Rain
  2. Eyes Of The Temple
  3. Lost In A Dream
  4. Guided By Love
  5. Transference
  6. This Body
  7. Contact
  8. Inside The Sphere

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