Andrea Fardella

Le derive della RAI

2016 (Controrecords)
songwriter

Trascorsa una variegata e cosmopolita serie di esperienze teatrali, il piemontese Andrea Fardella raccoglie ed estrae il suo più personale dato musicale nel piccolo colosso "Le derive della RAI", fatto di lunghe e tortuose meditazioni-canzone.

Solo una parte del programma sono il brano eponimo e "Sposa", il primo un boogie-raga Velvet-iano macinato dalla distorsione elettronica dei Big Black, la seconda una ballata melodrammatica crivellata dalle mitragliate della sezione ritmica.
L'andatura singhiozzante e rarefatta di "Crisi" è la base (post-rock) per il tragico recital del cantante, che si prolunga fino a un coro sempre più stridulo. Così, il passo lentissimo di "Jet Lag" raggiunge solo alla fine una fisionomia cantabile, passando prima per un tormentato parlottio mezzo in trance. Se i nove minuti di "Petit" echeggiano "All Along The Watchtower" a suon d'incastri di chitarre e invettive per raggiungere un alto sfasamento psichedelico, il più breve lamento "Harvest"-iano di "Nuovo giorno" inverte il processo, cercando di bonificare un limo di distorsioni.

Fardella è spesso costretto a ululare i suoi versi, come nella dedica a se stesso di "Piccino", portata solo dall'acustica ma sempre a due passi da una foresta di rumori e trambusti Red Crayola-eschi. La prova più ardua è comunque "Madre Terra" (dieci minuti), un crescendo che parte da una ninnananna canticchiata tra la pioggia di piatti di batteria e un fruscio metropolitano, passa per una stentata pièce di jazz da camera e s'innalza con vagiti alla Tim Buckley verso un vortice d'isteria sempre più indiavolata a passo di fratturato disco-punk.

Forse un po' scollacciato tra il fare dell'autore, egocentrico e fin troppo ripiegato su se stesso, e la produzione di Carlo Barbagallo, dipintore del caos regnante e, dunque, vero e proprio co-autore sotto mentite spoglie. È il risultato d'una decade di canzoni scritte e rivedute, compattate in un viaggio che passa rabbia e tenerezza, filosofia e disperazione, lacrime e ironia, e capitola in un senso d'impotenza praticamente ineluttabile. Solo qualche momento irrisolto e un ventre molle, "Anima senza rumore".

07/06/2016

Tracklist

  1. Le derive della RAI
  2. Sposa
  3. Nuovo giorno
  4. Petit
  5. Cin cin
  6. Anima senza rumore
  7. Sorriso d'inverno
  8. Crisi
  9. Jet Lag
  10. Madre Terra
  11. Piccino

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