Box And The Twins

Everywhere I Go Is Silence

2016 (Synth Religion / Manic Depression)
darkwave, shoegaze

Passeggiare per Colonia mette addosso una velata sensazione di malinconia. Scendendo di fronte alla stazione dei treni, poco lontano dal DOM, mentre si attraversa l’Hohenzollern Bridge, tutta la storia della musica elettronica tedesca risuona nelle orecchie. I Kraftwerk hanno composto la loro musica pressoché nella stessa area, a meno di 50 chilometri di distanza, a Düsseldorf. E questa sensazione è la medesima che dà la musica dei Box And The Twins, un trio di Colonia dedito a una miscela piuttosto riuscita di shoegaze e darkwave moderna, che con "Everywhere I Go Is Silence" realizza il suo primo full length vero e proprio, dopo due Ep contenenti alcuni dei brani presenti nell’album.

Il mondo ha conosciuto Box von Dü soprattutto grazie a Hélène de Thoury alias Hante. e, ancor prima, Minuit Machine e, andando a ritroso, Phosphor, che le ha offerto una collaborazione sul suo primo album vero e proprio, dal titolo "This Fog That Never Ends", uscito a gennaio di quest’anno per la Synth Religion, label personale e, allo stesso tempo, studio di registrazione della già piuttosto nota musicista parigina.
Il primo album del trio, uscito per la label di Hélène e per la Manic Depression pochi giorni fa, anticipato dal singolo "Pale Blue Dot" uscito il 19 ottobre, è il primo lavoro prodotto sotto la sua ala protettiva e il suo suono risente indubbiamente dell’apprezzabilissimo approccio della francese.

Inizialmente, i tedeschi si affacciarono nel panorama musicale come Coctail Twins, un omaggio ai maestri Scozzesi della 4AD, per poi cambiare nome in quello attuale. Oltre a Box e alla sua voce eterea, la formazione è composta dal suo ex Marc Prein e dal suo attuale fidanzato Mike Reichel. Su tutto l’album aleggia una atmosfera rigida come lo sono i freddi inverni tedeschi, lievemente stemperata dalla voce di Box, elemento di rottura rispetto alle rigide trame chitarristiche riverberate e alle dure trame vagamente coldwave. La sua è una voce eterea, sognante e astratta.
Tanti i richiami musicali possibili, tra i quali è bene citare i nostrani Schonwald, anche loro a metà strada tra due generi musicali per certi versi affini tra loro, nonché i padri del genere shoegaze e gli scozzesi già menzionati.

Un ascolto, quello di "Everywhere I Go Is Silence", che impegna per ben dodici brani, tra loro piuttosto differenti, pur condividendo un gusto per giri melodici particolarmente efficaci, che si cristallizzano nella mente, e per ritornelli molto catchy. Un esempio su tutti è “Gravity”, classico brano darkwave aggiornato alla nostra epoca, scandito dal freddo ritmo sintetico della drum machine e stemperato da dolci accordi di chitarra, attraversato da un alone dream-pop.
Gli fa da contraltare la cadenzata e malinconica “Birds”, condita da un leggero strato noise che ne acutizza il costante gioco tra tensione e distensione, rappresentato in musica dal rapporto tra la tensione della chitarra acustica e della voce e l’esplosione cacofonica. Tanti i brani da citare ma, come spesso accade, la parola scritta funge da traccia per un ascolto attento che ne rivela le sfumature meglio di qualsiasi analisi.

Le sfumature sono il tratto distintivo di un lavoro criptico e non banale nei suoni e nei testi, partoriti dalla psicologa-cantante Box, poetici, carichi di amore e di un più o meno marcato retrogusto dark mai eccessivamente marcato.
"Everywhere I Go Is Silence" è un album introspettivo, filosofico, artificioso, che richiede il tempo necessario per essere decifrato. E’ il viaggio di Box per le strade di quella città della Renania-Vestfalia piena di voci e allo stesso tempo molto, forse troppo, silenziosa.

11/12/2016

Tracklist

  1. Pale Blue Dot 
  2. Gravity     
  3. Guilty Red     
  4. This Place Called Nowhere 
  5. Hundred Flowers     
  6. Birds     
  7. Perfume Well 
  8. Ice Machine     
  9. Sometimes The Waves
  10. Curtains

Box And The Twins sul web