Christian Kjellvander

A Village: Natural Light

2016 (Tapete)
alt-country, chamber-country, noir-country

Il titolo letteralmente “scenografico” di questo settimo album dello svedese Christian Kjellvander, uomo a Stoccolma dell’Americana, è forse fin troppo umile. La musica di Kjellvander ha sì un carattere prettamente calligrafico, ma come in altri casi in cui artisti scandinavi si sono cimentati con generi così “tradizionali” e iconografici (Kings Of Convenience, The Tallest Man On Earth), porta anche un carattere fortemente personale, che forse non avrebbe potuto svilupparsi all’interno del continente di origine.
Il compito dello svedese è forse più difficile di quello dei suoi predecessori, dato che il country, pur nella sua accezione notturna e noir, di ispirazione Handsome Family, è il genere che consente meno deviazioni, è come chiedere al vento e alla pioggia di suonare in un altro modo, in un certo senso.

Eppure anche questo “A Village: Natural Light”, con lo scorrere delle sue tracce, rivela più di quanto il titolo scenografico vorrebbe suggerire, incastonando nella vita semplice e rurale (un ideale non “morale” ma, semmai, naturale) che costituisce la scenografia del disco abbandonate ballate alla Grant-Lee Phillips come “Gallow”, intensi paesaggi metafisici e non come lo “Shallow Sea” iniziale, docili narrazioni brumose, come nel Bill Callahan di “Riders In The Rain”.
Se la scrittura generalmente stenta un po’ a rendersi riconoscibile e a staccarsi dai canoni, gli arrangiamenti spiccano per qualità espressiva, nettamente divisi tra le scure nubi temporalesche di chitarra elettrica, il cupo rimbombo della batteria e i più eterei strati di tastiera, sui quali si staglia la voce di Kjellvander, del quale si percepisce il trasporto, in un disco cantato a occhi chiusi, in una trance sovrumana.

Il fatto che alla fine risalti più la forma che il contenuto di “A Village: Natural Light” non sminuisce l’approccio personale dello svedese al genere, si tratta semplicemente di un album, all’interno di una discografia ormai consistente, più memorabile sul piano formale che su quello delle canzoni in sé.

16/11/2016

Tracklist

  1. Shallow Sea
  2. Dark Ain't That Dark
  3. Midsummer (Red Dance)
  4. Riders In The Rain
  5. Misanthrope River
  6. Always With The Horses
  7. Staghorn Sumac
  8. Good Child
  9. Gallow

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