Elephants Of Scotland

The Perfect Map

2016 (autoproduzione)
neo-prog, progressive
7.5

Contrariamente a ciò che il nome potrebbe suggerire, gli Elephants Of Scotland sono un quartetto originario del Vermont, che deve il suo curioso moniker a una mostra fotografica di George Logan, dove alcuni animali selvatici sono stati sovrapposti alle immagini delle campagne scozzesi. E' quasi un paradosso questo epiteto scelto da Adam Rabin (tastiere, voce), Dan MacDonald (basso, voce), John Whyte (chitarra, voce) e Ornan McLean (batteria, percussioni) che, nonostante una lunga gavetta iniziata negli anni Ottanta, hanno pubblicato finora soltanto due piacevoli album, "Home Away From Home" (2013) ed "Execute And Breathe" (2014). 

La vena complessiva della band è quella di un neo-prog dai ritmi piuttosto contagiosi, con evidenti sfumature elettroniche e orientali; il paradosso del nome si traduce pertanto anche nella stravaganza della loro formula sonora. Un progressive-rock che non guarda troppo ai grandi titani della storia, ma che si focalizza, piuttosto, sull'influenza di gruppi come Rush, Marillion e Pentangle. Come risultato, abbiamo dinanzi un disco saturo di effetti sonori e distorsioni, geneticamente modificato da alcuni elementi del folk e senza troppi fronzoli sinfonici. I pachidermi del Vermont hanno concepito con questo spirito la loro ultima fatica musicale, "The Perfect Map", un disco che, di fatto, è uno scorrere di canzoni indipendenti: nessun arzigogolato concept-album, quindi, quanto piuttosto un immediato brain-storming sulle varie fasi della vita di un uomo, dall'infanzia alla morte. La ricerca di una grande Verità che, ovviamente, resta inarrivabile: alla band il compito di fare le domande, all'ascoltatore quello di trarre le sue conclusioni.

Ogni canzone si focalizza su un tema, a cominciare da "Sun-Dipped Orphans And The Wizard's Teapot", un mosaico progressivo ben armonizzato e strutturato che, come un trompe-l'oeil, seduce l'ascoltatore per poi inghiottirlo nel vortice nichilistico di "Counting On A Ghost", spettrale ragnatela sinfonica tessuta principalmente da tastiere e chitarra, che esorcizza la delusione per le promesse infrante.
Nel prog-folk stilnovistico di "One By Sea" spiccano invece i due musicisti ospiti: la cantante Megan Beaucage, che aveva già collaborato con la band in alcuni vecchi progetti, e il compositore e violinista Gary Kuo, vecchio amico d'infanzia di Dan MacDonald. Due aggraziate presenze che smussano gli spigoli del quartetto, creando un'atmosfera eterea e cortese.
Il tema dell'amore viene però subito tramutato in quello della giustizia nella ballata medievale "Swing The Gavel", già inserita in una compilation della Musea Records dedicata al "Decameron" di Boccaccio. 

Per la title track l'ospite è il percussionista Joe Netzel, che con il suo doumbek aggiunge una sensazione esotica e spirituale alla canzone, il cui testo si focalizza sull'incompatibilità dei piani dell'Uomo e di Dio, rispolverando ad hoc anche un vecchio proverbio Yiddish ("Man plans and God laughs”). La risposta definitiva non tarda ad arrivare in "Random Earth", che suggerisce come unica soluzione l'accettare che non avremo mai il vero controllo delle nostre vite e, proprio per questo, bisogna godere della bellezza di ogni singolo istante (“I'll never know what I am/ The idea is ever-shifting/ But I am here/ a shadow of a story"). L'album si chiude con "Fur Buddy", un requiem per il cane morto di Adam Rabin, che era stato per un lungo periodo la mascotte della band. Come riportato sulle note di copertina, la dedica del disco è tuttavia per i genitori di Ornan McLean, entrambi deceduti a febbraio a soli undici giorni di distanza.

Nonostante le difficoltà e le tragedie personali, gli Elephants Of Scotland hanno saputo produrre un disco affabile e gioviale, che parla di morte solo per ricordarci quanto, in fondo, sia bella la vita.

08/12/2016

Tracklist

  1. Sun-Dipped Orphans And The Wizard's Teapot
  2. Counting On A Ghost
  3. One By Sea
  4. Swing The Gavel
  5. The Perfect Map
  6. Random Earth
  7. Für Buddy
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