El Guincho

Hiperasia

2016 (Nacional)
glitch-hop, reggaeton, wonky

In giro per Madrid non è infrequente imbattersi nei negozi della catena Hiper Asia, il corrispettivo spagnolo di quelli che da noi sono i 99 cent shop: al loro interno, com'è possibile immaginarsi, è il paradiso della chincaglieria a buon mercato, dei ninnoli di plastica dalle tinte sature, di quanto più inutile possa essere concepito da mente umana. Per quanto strano possa sembrare, è in questo ambiente che Pablo Díaz-Reixa, meglio noto come El Guincho, ha trovato l'ispirazione necessaria per comporre i brani del suo nuovo lavoro, distanziato di ben sei anni dal precedente "Pop negro", che aveva cementato lo status di collagista pop dagli aromi tropicali del suo firmatario. Dopo la rescissione del contratto con la Young Turks e una numerosa serie di vicissitudini personali, con "Hiperasia" sembra però di ascoltare i frutti creativi di tutt'altra persona.
Pur rimanendo naturalmente intatta la predilezione per patchwork coloratissimi e stralunati, senza rinunciare inoltre a tutto quel bagaglio di aromi caraibici/sudamericani che hanno costituito la sua fortuna timbrica, mai come adesso l'accento è stato dato alla manipolazione elettronica di tali elementi, e di conseguenza alle nuove possibilità che ne derivano, sacrificando di converso gran parte di quell'affascinante immediatezza pop propria dei precedenti dischi. Una sterzata importante, che però ben rispecchia tutto il processo e gli spunti che hanno portato all'ideazione del disco: plasticoso, spaesante, quando non addirittura spersonalizzante, il quarto album di Díaz-Reixa prova a riprodurre in musica il microcosmo dei negozi in cui si è avventurato, sviluppandone una possibile ideale colonna sonora. Nonostante gli intenti, il progetto inciampa però in più di un'occasione.

La decisione di depennare pressoché del tutto gli elementi pop dalla sua proposta, aggiunta ai pesanti filtri imposti alla propria voce (trattata quasi come uno dei tanti trick elettronici messi in bella mostra)  impatta infatti in maniera decisa sui tredici brani dell'album, nei quali la ricchissima miscela stilistica difficilmente riesce a trovare il bandolo della matassa e andare oltre un guazzabuglio sonico deforme. Un peccato, dacché l'idea di sfruttare molti dei trend dell'elettronica attuale e impastarli in un mélange annebbiato, dai contorni frastagliati, poteva rivelarsi vincente, anche soltanto con un pizzico di attenzione alla composizione in più. Ma proprio la mancanza di piccoli accorgimenti rende l'ascolto un polpettone indistinguibile, in cui al di fuori di qualche flebile linea sintetica (come quelle che graziano le fugaci impressioni electro-wonky di "Comix") e di un tratteggio melodico centrato quasi per caso ("Stena Drillmax", con addirittura una parvenza di ritornello) ben poco riesce non soltanto a stagliarsi nella mente, ma a differenziare un pezzo dall'altro.

Una sconfitta in piena regola, a prescindere dalla perfetta corresponsione con i moti ispirativi dell'album. L'idea di incasellare le cadenze ritmiche del reggaeton in un corto circuito di videogiochi vintage e controsterzi ritmici poteva anche valere la candela, se non fosse che in "De Bugas" si evidenzia la totale sconnessione delle parti chiamate in causa. Lo stesso discorso vale anche laddove il fastidioso pitch vocale lascia filtrare una maggiore naturalezza del timbro di El Guincho, che poco può però nel giustapporsi senza grosse capacità d'interpretazione al funky ciondolante delle tastiere in "Muchos boys".
L'ennesima montagna che partorisce un topolino? A costo di sembrare più cattivi di quanto si è, si risponderà affermativamente. Con tutto questo sbandieramento d'idee, si poteva e si doveva ambire a qualcosa di più compatto di "semplice" muzak da ambiente. Forse una ricalibrazione in chiave più popular potrebbe permettere una focalizzazione del nuovo linguaggio sonoro di Díaz-Reixa.

22/09/2016

Tracklist

  1. Rotu seco
  2. Cómix (ft. Mala Rodriguez)
  3. Pizza
  4. Sega
  5. De bugas
  6. Parte virtual
  7. Stena drillmax
  8. Abdi
  9. Muchos boys
  10. Hiperasia
  11. Pelo rabado
  12. Mis hits
  13. Zona wi-fi


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