Diciamo che nello scorso “Do What You Want To, It’s What You Should Do” qualcosa in più l’avevano dimostrato, i londinesi Flowers, tra le band più promettenti in circolazione in ambito indie-pop, capitanati dalla voce eterea, shoegaze di Rachel Kenedy.
In questo “Everybody’s Dying To Meet You” le melodie slavate dei brani danno tutta l’impressione di pamphlet estetico fedele, con questo shoegaze, appunto, ripulito, o indie-pop sporcato, a seconda dei momenti.
L’inespressività del tutto dovrebbe essere funzionale a far parlare prima di tutto le canzoni, ma dal punto di vista melodico non c’è niente che attrae l’attenzione, anzi spesso la spegne (“Russian Doll”, “Tammy”), rendendo “Everybody’s Dying To Meet You” soprattutto un gingillo noioso (“Intrusive Thoughts”).
Pochissime idee, e quasi tutte riprese da altri, come nella dinoccolata entrée “Pull My Arm”, e così ci si illude di essere tornati in un club di Auckland nel 1989, in una riproduzione musicale ad hoc da serie televisiva, con gli accorgimenti sonori giusti, e così magari anche gli abiti. Il fatto che il disco sia credibile non lo rende però, ovviamente, significativo in ogni senso.
22/02/2016