Nonostante siano passati ben cinque anni dall’apprezzatissimo “Rojo”, evidentemente Giorgio Canali non è riuscito a scrivere materiale ritenuto valido per dare un seguito al miglior capitolo della propria produzione solista.
Piuttosto che licenziare canzoni per lui poco convincenti, Canali ha preferito concentrarsi nella scelta di tredici cover, sfruttando l’innata capacità di rendere composizioni altrui come se fossero proprie.
“Perle per porci” è una raccolta di belle canzoni italiane, che al primo ascolto potrebbero tranquillamente essere scambiate per merce scritta dall’ex-Csi, un bohémien verace, sincero e barricadero, che sa far suonare le chitarre in maniera “disturbata” e al contempo dimostrare quello spiccato senso melodico che emerge in maniera compiuta anche nelle scelte qui fatte.
Canali si direziona soprattutto verso musicisti poco noti (almeno la metà della scaletta appartiene ad autori che quasi nessuno avrà mai sentito nominare: Corman & Tuscadu - gruppo francese dei primi 90 nel quale militò Claude Salt, per anni bassista dei Rossofuoco - la band milanese L’Upo, l’emiliano Macromeo, i romani Mary In June, i triestini Luc Orient) con lo scopo di concedere una seconda possibilità a brani che altrimenti sarebbero rimasti per sempre nell’oblio.
Quando le scelte ricadono su colleghi più (Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Vasco Brondi, del quale non va dimenticato Canali produsse l’acclamato esordio) o meno (Faust’o, i Frigidaire Tango di Steve Del Col, da anni coi Rossofuoco) conosciuti, si punta comunque su canzoni ricercate, non proprio le più famose.
Il risultato è assolutamente personale e di grande qualità: provate ad ascoltare “Canzone dada” dei Plasticost e ditemi se non pare farina del sacco di Giorgio, oppure se “Mi vuoi bene o no?”, dell’amata Angela Baraldi, in un mondo ideale non meriterebbe di diventare un hit radiofonico.
“Luna viola” è l’unico brano già edito, uno dei pezzi di punta della compilation “Generazioni”, un tributo al Santo Niente di Umberto Palazzo pubblicato nel 2011, che, posto in chiusura di “Perle per porci”, ne certifica in maniera definitiva l’indiscutibile valore complessivo, ovverosia uno dei migliori dischi di cover mai realizzato dalle nostre parti, assemblato da uno dei personaggi cardine della storia del cantautorato alternativo nazionale.
Dopo trent’anni di carriera “contro”, Giorgio Canali continua a gettare benzina sul sacro fuoco del rock’n’roll e sulle nostre anime di impenitenti peccatori del XXI secolo: continuino a prendere appunti tutti i finto-rocker tricolori che vendono decine di migliaia di copie scimmiottando se stessi all’infinito.
23/03/2016