Hannah Williams & The Affirmations

Late Night & Heartbreak

2016 (Record Kicks)
soul, funk
7.5

Premessa: questa recensione si è praticamente scritta da sola, con il pilota automatico. La motivazione è abbastanza semplice: è un disco bellissimo. Se fosse nera, su Hannah Williams si spenderebbero molte più parole di quelle che le vengono ora dedicate. Se fosse americana, sarebbe addirittura osannata bipartisan dagli amanti della Stax e della Motown e apprezzata dai culturi del Philly Sound. E invece? Invece Hannah è bianca e leale servitrice di Sua Maestà la Regina.
La sua storia comincia nel 2012 con la pubblicazione del primo album “A Hill Of Feathers”, il cui singolo “Work It Out” esplode su YouTube (un milione e mezzo di visualizzazioni) e le permette di girare con la sua back band, i Tastemakers, in tutta Europa in compagnia di Cat Power, Gilles Peterson e Craig Bradley. Si fa le ossa sui palchi più importanti, suonando da headliner per ben due volte sul palco del Larmer Tree Festival e viene adocchiata da Charles Bradley e da Sharon Jones che la benedicono e la portano in giro in tour. Una predestinata? Sì, ma con dietro tanto, tanto lavoro e sudore in sala e dal vivo. Le esperienze maturate in quasi tre anni di concerti vengono fissate nel 2015 ai Quatermass Studio di Malcolm Catto (batterista di Heliocentrics e produttore di Mulatu Astatke e Orlando Julius) e finiscono in “Late Night & Heartbreak”, la sua prova da sophomore.

Cosa cambia rispetto a “A Hill Of Feathers”? Intanto la band: dismessi i Tastemakers, la Williams si avvale in questo caso degli Affirmations e il sound e il songwriting ringraziano, anche perché tra le sue file c’è un certo James Graham che scrive quasi tutte le tracce. Una sorta di Massimo Martellotta in Principe di Galles, per capirci insomma, abile con la penna e con gli strumenti. All’iniziale “Tame In The Water” il compito di scaldare un po’ i motori e mettere sui giusti binari l’ascoltatore, ma è dalla cover di “Dazed and Confused” di Jake Holmes (non è degli Zeppelin se ve lo state chiedendo) che il disco comincia a decollare e a inanellare una serie di soul-funk nuggets.
Si va in apnea dalla Redding-iana “Fighting in The Shadow” al philly sound di “Fool”, passando dal gospel anabolizzato di “Woman Get Soul” e il funkettino di “Ain’t Enough”.

Alla title track e alla struggente “In Your Arms” (una preghiera tra echi di Sam Cooke e Otis Redding) spetta il ruolo centrale del disco, dove si rifiata un pochino in vista del rush finale e in cui il background da coro gospel (lei è nata e cresciuta musicalmente in chiesa dove il padre suonava l’organo) della cantante inglese emerge prepotentemente.
Tra occhiolini ad Annette May Thomas (“Calling Me Back”) a virate tapas-funk (“7am To Sevilla”) si va verso la conclusiva “Your Luck Can Change” dove il Totem venerato è il già citato Cooke.
Una voce stellare capace di sverniciare pareti, quella della Williams che, coadiuvata da quelle macchine del groove degli Affirmations, ha realizzato uno dei dischi soul tout-court dell’anno. Sharon Jones, dall'alto, apprezzerà sicuramente.

07/12/2016

Tracklist

  1. Tame In The Water
  2. Dazed and Confused
  3. Fighting Your Shadow 
  4. Woman Got Soul
  5. Ain’t Enough
  6. Fool
  7. Late Nights & Heartbreak
  8. In Your Arms
  9. Still In My Head
  10. Callin Me Back
  11. 7am to Seville
  12. Another Sunrise
  13. Your Luck Can Change 

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