A Chicago, il vecchio e il nuovo si mescolano in continuazione, come se il famoso vento che soffia dal lago Michigan si divertisse a spazzare via le note dagli spartiti, soffiandole per aria col fare di un bambino dispettoso. Il risultato è un approccio che, storicamente, in diversi hanno definito variegato; nacque lì il dolce soul della Chess Records e della pupilla Minnie Riperton, ma è stato anche il luogo della storica Warehouse di Frankie Knuckles, mentre tutt'oggi propone un approccio all'hip-hop e derivati urban del tutto peculiare - a Chicago vi son cresciuti sia Lupe Fiasco che un certo Kanye West, per dire. Da notare anche come la vita delle gang di strada sia una delle più violente d'America. Un disco come "HEAVN" non poteva che venire da lì.
Jamila Woods ha una voce "vecchia", dove per vecchia s'intende quel ruvido calore del soul vocale degli anni 60, reso quasi gracchiante dalla polvere depositatasi sul vinile. Ma allo stesso tempo, il pulsare del rhythm'n'blues dai risvolti elettronici, e le basi di un hip-hop scarno ed essenziale, ne portano a galla uno spirito urbano inquisitorio e post-moderno - prova ne è l'amicizia di Jamila col concittadino Chance The Rapper, colui che l'ha ospitata sull'acclamatissimo "Coloring Book", e che oggi le ricambia il favore aggiungendo rime sulla qui presente "LSD".
I won't let you criticize my cityIntona l'autrice proprio su questo pezzo, una frase che ben rappresenta lo spirito del disco. Jamila ha l'aria di una pensatrice e non le mancano le parole per dimostrarlo. Si muove come un'acuta interprete del proprio tempo e dei propri umori, fermamente cosciente del suo essere donna e artista in momenti incerti, e il modo in cui fonde le proprie liriche su questa catasta di suoni porta con sé i quesiti di una vita intera - alcuni irrisolti, ma a conti fatti il punto della sua arte sta proprio nel sostituire le certezze con un punto interrogativo capace di stimolare l'ascoltatore più attento. Il risultato è un album interlocutorio e corale, come spesso accade di questi tempi nel mondo del soul moderno, messo in piedi con l'aiuto di svariati produttori e ospiti, usando anche pezzi parlati a fare da interludi tematici.
Like my skin
It's so pretty
If you don't like it, just leave it alone
26/01/2017