Il progressive è un altro genere (oltre al garage-punk e alla neo-psichedelia) che in Italia ancora regge bene, sia tra i semplici ascoltatori appassionati che tra le band che ancora propongono le sonorità di vecchi e storici gruppi del genere, dai Genesis ai Marillion, ma (visto che siamo nel Belpaese) anche e soprattutto di Banco Del Mutuo Soccorso, Pfm, Le Orme e Balletto Di Bronzo.
Tutto ciò che i gruppi neo-progressive tentano di fare è aggiungere un tocco di metal più o meno laccato e una produzione impeccabile dal punto di vista sonoro. I testi rimangono grosso modo un coacervo di banalità "fantasy" assortite alla bene e meglio, con talvolta delle pretese persino sociologiche.
A dispetto di un nome francamente orrendo, La bottega del tempo a vapore riesce perlomeno a realizzare buoni pezzi dal punto dell'arrangiamento musicale, sebbene molto poco originale.
Organizzato come un "concept-album" (cosa assai tipica per i gruppi progressive) e suddiviso pretenziosamente in dieci atti (come fosse un'opera lirica), "Il guerriero errante" vede i suoi episodi migliori in quelli unicamente strumentali, posti in apertura e in chiusura del disco (la melodia pomposa alla Hans Zimmer di "Overture" e la delicata sonata pianistica del "Finale").
Nel mezzo prendono parte i toni enfatici di "Fumo d'Anime" (lontanamente alla Banco o alla Locanda Delle Fate, virati però in chiave power-metal) e un simil saltarello vagamente alla Angelo Branduardi di "Ordine e Follia". Ovunque aleggia lo spirito dei Dream Theater e del loro progressive-metal ("Arabeschi sentieri", "Urlanti demoni", "Vita sospesa" e "Ombra di falce"), ma poco della loro perizia strumentale.
La canzone più originale è "Mendicanti luridi", che addirittura richiama alla mente il dark dei vecchi Carillon del dolore. Un plauso particolare va al testierista Angelo D'Amelio (che è anche l'autore degli arrangiamenti), il quale riesce a tenere in piedi tutto il progetto musicale, mentre le note dolenti vengono dalla sezione ritmica e dalla voce, entrambe non sempre precise (e questi sono requisiti fondamentali per un gruppo progressive).
Per ora, quindi, i risultati sono insoddisfacenti e il disco è riservato ai soli incalliti appassionati del genere. Poche autentiche emozioni e scarsa inventiva. Ritentare al prossimo colpo.
11/05/2016