Marco Ragni

Il musicista Marco Ragni è stato da sempre affascinato da un'idea di musica liberatoria, molto tecnica, aperta alla contaminazione di generi, che cerca di evitare etichette precostituite. I generi che Ragni ha elaborato nel suo ultimo lavoro, "Land Of Blue Echoes", sono un prog-rock non convenzionale, lontano dai classici ma più vicino al neo-prog, ai King Crimson di "Discipline", e uno space-prog degli Ozric Tentacles con momenti elettronici accostabili agli Alan Parsons Project. Non mancano neppure i riferimenti floydiani udibili in rari momenti davvero psichedelici (da notare la presenza della corista dei Pink Floyd, Durga McBroom).

Il sesto album in studio di Ragni mostra un musicista sempre alle prese con i suoi riferimenti principali, dotato di una tecnica certamente di livello, che omaggia continuamente quegli ascolti che gli hanno permesso, tramite un percorso lungo ormai trent'anni, di essere il musicista che è adesso. Ne nasce quindi un album molto derivativo, ma anche con tratti molto intensi e vitali.

I due brani principali dell'album sono i più lunghi; "Horizon" (quindici minuti) è una serie di continue reiterazioni e citazioni di Ozric Tentacles, Alan Parsons Project, King Crimson e Porcupine Tree, mentre in "Nucleus" (addirittura ventidue minuti) vengono ricordati, anche grazie alla voce di Durga McBroom, i Pink Floyd di "Animals" o di "The Dark Side Of The Moon", nonostante il finale dilatato ricordi la psichedelia più classica di "Ummagumma".
Il primo brano, "Between Moon And Earth", ha invece rimandi del chitarrismo iper-tecnico dei Dream Theater, mentre è molto più godibile, emotiva e poetica la title track "Land Of Blue Echoes", grazie alla perfetta sintonia tra piano e chitarra. "Canto d'amore", l'unico brano cantato in italiano, gioca con buon successo la carta da songwriter con chitarra acustica e bouzouki greco.
I restanti brani restano in un ambito più accostabile al neo-prog melodico.

10/06/2016