Misha

All We Will Become

2016 (Tomlab)
etno-pop

L'idea base del progetto Misha è stimolante: un pop sbilenco in bilico tra elettronica e lo-fi, dove i suoni digitali non sono mai veramente digitali e le influenze stilistiche non hanno mai una connotazione stilistica ben precisa.
Persa per strada la compagna Ashley, John Chao si trasforma in self-made-man rimettendo in corsa dopo nove anni il suo carrozzone vintage, un viaggio quasi onirico che, tra momenti di prevedibilità e inattese virate naif, regala più di uno spunto gradevole e stimolante.

Tenuti insieme da un improbabile e poco originale pretesto comune (reincarnazione e rinnovo emotivo), i dodici brani mettono in campo un bizzarro calderone sonoro dalle connotazioni giocose e gentili, mai drammatiche o pretenziose.
"And We Will Become" è un album difficile da amare fino in fondo, si può restare incantati dalle intuizioni alla Flaming Lips di "Nightshades" o dalle tonalità alla Penguin Café Orchestra dell'introduttiva "This Is How It Must Begin", come si può restar basiti dal nonsense della futile "We're Gonna Have It Out (Modern Love)". Quello che infine non si può negare è l'abilità di John Chao nel mettere insieme soluzioni strumentali a volte inverosimili con risultati singolari, come il finale per viola e altre diavolerie a corda di "In Reverse".

Il risultato è un pop multietnico, spesso confuso nella sua identità territoriale e molto affine a quella visione globale che ha spinto il pubblico nipponico a essere un divoratore di sottoculture pop. Questo è un progetto che potete amare o odiare e in entrambi i casi avere ragione. Il groove di "Limelight" e le tentazioni funky di "Optical Illusion Of The Heart" sono infatti previdibili e poco accattivanti (Cibo Matto vs Tom Tom Club, per intenderci), mentre risultano più stimolanti le ibridazioni etno-folk di "Elater", dove Irlanda e Ucraina fanno festa insieme.

Il dualismo emotivo che genera l'ascolto di "All We Will Become" è alfine la vera chiave di lettura del nuovo album a nome Misha: la variabilità stilistica e creativa, se da un lato entusiasma l'ascoltatore fugace e spensierato, d'altro canto assume i contorni di un'illusione audiovisiva che una volta dileguata lascia un senso di vuoto difficilmente colmabile.
Più che un album divertente, il ritorno di Misha è un album divertito.

29/06/2016

Tracklist

  1. This Is How It Must Begin
  2. You
  3. We're Gonna Have It Out (Modern Love)
  4. Limelight
  5. Optical Illusion of the Heart
  6. Elater
  7. Nightshades
  8. In Reverse
  9. Blood Is Hard Enough
  10. Everywhere & Everything
  11. Lion Bark (Luminous)
  12. Chartres

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