Nosound

Scintilla

2016 (KScope)
post-rock, ambient, prog-rock

La storia dei Nosound gira attorno alla figura del cosmopolita Giancarlo Erra, che nel 2005 esordisce con "Sol29" con l'unico aiuto del bassista Alessandro Luci. Il progetto, negli anni, si è tuttavia evoluto fino a inglobare una formazione a cinque elementi che, oltre ai musicisti sopracitati, conta oggi al suo interno anche Marco Berni (tastiere, voce), Paolo Vigliarolo (chitarre) e Giulio Caneponi (batteria, percussioni). In un mondo che va inesorabilmente di fretta, che trova sempre il tempo per comprare e mai quello per fermarsi a pensare, Giancarlo Erra e i suoi Nosound decidono di andare in controtendenza. Perché l'arte, in fondo, non è quasi mai un affare immediato: sia per chi la produce, sia per chi ne fruisce. 

A tre anni di distanza da "Afterthoughts" (2013), la band torna quindi con un disco molto personale e tematico, ponendo in copertina una bambina tra le bolle di sapone, sulle quali spicca al centro il nuovo logo dei Nosound: un orecchio e un cuore fusi assieme, come a sottolineare che la musica nasce dall'anima, passa per l'apparato uditivo ma, alla fine, deve ritornare alla sua sorgente, al cuore di chi ascolta. E' una forma di meditazione cupa e nostalgica, quella proposta da Giancarlo Erra nel nuovo album, in cui la musica si ritrova naufraga di molteplici suggestioni, passando dai toni più magniloquenti dei Porcupine Tree e dei Pink Floyd, a quelli più mistici dei Sigur Ros e Brian Eno, fino a trovare la propria catarsi nel finale.

In "Scintilla" sono presenti dieci brani che compongono un polittico unitario dalle tonalità pastello e trascendentali, in cui il minimalismo stilistico diventa quasi un'esigenza narrativa, lasciando l'enfasi solo laddove essa è realmente necessaria, anche grazie alla presenza dell'ospite violoncellista Marianne De Chastelaine. L'apertura è affidata a "Short Story", che aumenta lentamente di consistenza fino a progredire in "Last Lunch", mentre ritornano nei meandri introspettivi della psiche umana le tastiere di "Little Man" e, soprattutto, la catartica "In Celebration Of Life", con le poche righe cantate dalla guest-star Vincent Cavanagh degli Anathema come fossero un grido di liberazione sommesso, una emozionante preghiera all'amore e alla vita ("You just don't see the abundance of love/ I have inside/ In celebration of life"). La canzone è un omaggio voluto fortemente da Erra per Alec Wildey, giovane fan della band deceduto a 26 anni a seguito di un tumore, già celebrato da Mariusz DudaSteven Wilson che esaudirono il suo ultimo desiderio prima di morire mettendone in musica alcune poesie.

Segue l'impalpabile "Sogno e incendio", unico brano in italiano con la voce di Andrea Chimenti e un bell'assolo gilmouriano nel mezzo, per poi lasciare spazio a momenti più vicini al progressive psichedelico-spaziale dei Porcupine Tree ("Emily", "The Perfect Wife"), alle ballate visionarie dei Mercury Rev ("Love Is Forever") e a quelle glaciali dei Sigur Ros ("Evil Smile").
La title track sigilla il disco con le sue note crescenti e un finale orchestrale, in un affascinante esercizio di umiltà compositiva. Il sipario si chiude così, tra fanfare vittoriose e trombe apocalittiche; a parte questa sezione finale, "Scintilla" è un album che non contiene grandi picchi strumentali, ma la cui magniloquenza è segnata piuttosto dallo scorrere di un'impressione, che lentamente avvolge l'ascoltatore come una coperta calda e familiare. E' dunque una musica maiuetica, che riesuma ciò che già si trova dentro di noi ma che troppo spesso lasciamo venga sommerso dal tran tran della quotidianità.

03/10/2016

Tracklist

  1. Short Story 
  2. Last Lunch 
  3. Little Man 
  4. In Celebration Of Life
  5. Sogno e incendio
  6. Emily
  7. The Perfect Wife 
  8. Love Is Forever 
  9. Evil Smile
  10. Scintilla


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