Pete Astor

Spilt Milk

2016 (Slumberland)
indie-pop

Se esistesse un consiglio Jedi dell’indie-pop, Pete Astor avrebbe sicuramente un posto, vicino a FM Cornog, a Dean Wareham, a Robert Forster (con alle spalle lo spirito sorridente di Grant McLennan) etc. etc. Dopo un’uscita raffinata, sia nella sostanza che nella forma (tiratura limitata firmata Second Language) come “Songbox”, il nuovo capitolo solista del maestro inglese trova casa presso la più “giovanile” Slumberland e vede in James Hoare (Proper Ornaments, Veronica Falls) un collaboratore tuttofare che sicuramente dà un’impronta definita e più “tirata” ai brani di Astor.

Giocosi country-jangle (“My Right Hand”), dolci ricami alla Plantman (“Perfect Life”) mettono in luce quel perfetto stato di maturità e libertà artistica (il chug alla Wareham nella suggestiva narrazione di “The Getting There”), unito a una rinnovata freschezza espressiva (la spavalda mezz’età jangle di “Really Something”), che rende “Spilt Milk” un lavoro asciutto ed essenziale, senza sminuirne il fascino.

Certamente qualche momento più stanco in fase compositiva si incontra (“Good Enough”), e onestamente non si può definire “Spilt Milk” più di un lavoro solido, pieno di esperienza e mestiere ma anche di passione. D’altra parte l’esperienza sembra suggerire di evitare il confronto col passato in partenza, e può andare anche bene così.

26/02/2016

Tracklist

  1. Really Something
  2. Mr Music
  3. My Right Hand
  4. Perfect Life
  5. The Getting There
  6. Very Good Lock
  7. Good Enough
  8. There It Goes
  9. Sleeping Tiger
  10. Oh You

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